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Tempesta perfetta

Siccità. Coldiretti: 3 miliardi di danni, Po in secca peggio che a Ferragosto

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 22 giu 2022 10:57 ~ ultimo agg. 11:01
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3 miliardi di euro di danni causati dalla siccità che assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti, il Po in secca peggio che a Ferragosto, i laghi svuotati e i campi arsi dove i raccolti bruciano sui terreni senz’acqua ed esplodono i costi per le irrigazioni di soccorso per salvare le piantine assetate e per l’acquisto del cibo per gli animali con i foraggi bruciati dal caldo. LA Coldiretti traccia un bilancio drammatico di un 2022 segnato da precipitazioni dimezzate e produzioni agricole devastate. L’Emilia Romagna ha decretato ieri lo stato d’emergenza regionale, propedeutico alla richiesta di quello nazionale che comporterà ristori per le imprese agricole. Secondo Coldiretti è necessario però agire nel breve periodo per definire le priorità di uso dell’acqua disponibile, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina l’Italia ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale. “Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi chiede “che, a fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati con l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico”.

Con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana serve subito anche una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. Proprio Coldiretti, insieme ad Anbi, ha proposto un progetto immediatamente cantierabile per fare fronte all’emergenza siccità. A preoccupare è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. Nella Pianura Padana la mancanza di acqua minaccia oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento.

L’osservato speciale è il Fiume Po, ormai in allarme rosso. L’autorità di bacini parla di una realtà drammatica, aggravata dalla prospettiva di una assenza ulteriore di precipitazioni (per un minimo di almeno 10-12 giorni e comunque solo temporalesche) e con temperature roventi. E se il tempo stringe, sono oltremodo stringenti anche le tempistiche dei numerosi summit regionali e nazionali destinati (in base a quanto emerso nel corso dell’Osservatorio dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE) a razionalizzare e centellinare l’utilizzo (per tutti gli usi) dell’acqua disponibile. Oltre all’Emilia Romagna anche il ha già inoltrato la richiesta al Governo Draghi dello stato di emergenza alla luce anche del protocollo sugli impieghi che per legge prevede dapprima quelli civili per le forniture del comparto idropotabile, poi quello agricolo, poi via via tutti gli altri.

Una tempesta perfetta” la definisce il segretario dell’autorità di bacino del Po Meuccio Berselli ricordando che nel bacino padano non piove da almeno 120 giorni e le temperature sono di3/4 gradi oltre la media. “Non è ancora cominciata l’estate è siamo in assenza di risorse” aggiunge.