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Aumenta disoccupazione

Incertezza e rincari si abbattono sull'economia riminese: stime al ribasso per la crescita

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 6 mag 2022 12:50 ~ ultimo agg. 7 mag 11:41
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La crescita ci sarà anche nel 2022 ma decisamente minore rispetto a quanto ci si attendeva fino a qualche mese fa. Colpa della crescente incertezza dovuta al conflitto in Ucraina, del forte rincaro dei costi energetici e delle difficoltà di approvvigionamento di materie prime. A frenare la ripresa nel riminese, anche la difficoltà di reperimento di determinate figure professionali. A mettere in fila le criticità è la Camera di Commercio della Romagna che ha preso in esame anche la forte contrazione della crescita che emerge negli scenari elaborati da Prometeia. In provincia di Rimini nel 2022 si attende un incremento del valore aggiunto del 2,2%, con un calo di ben 1,5 punti percentuali rispetto a quanto previsto nello scorso gennaio (+3,7%); variazione inferiore al dato regionale (+2,4%) ma in linea con quello nazionale (+2,2%).
Il 2021, nel complesso, viene archiviato con una crescita del 5,2%. L’espansione della ricchezza stimata nel 2022 è rilevante per le Costruzioni (+7,8%), grazie agli incentivi di sostegno al settore, ma coinvolge anche l’Agricoltura (+2,5%) e i Servizi (+2,3%); stabile il valore aggiunto nel Manifatturiero (+0,1%).
Tra gli ambiti più penalizzati dall’attuale contesto c’è l’export: la crescita prevista nell’anno in corso è del 2,8% ma con una contrazione di quasi quattro punti percentuali rispetto alle stime di inizio anno (+6,5%). Una dinamica peggiore sia di quella regionale (+3,4%) che nazionale (+3,3%).
Stimati in aumento i redditi delle famiglie (+ 3,5% rispetto al +3,8 precedente), con un trend inferiore a quello regionale (+3,8%) ma  in linea con quello nazionale. Il valore aggiunto per residente, pari a 26.000 euro, è invece di poco inferiore a quello dell’Italia (26.200 euro) ma purtroppo ben distante da quello dell’Emilia-Romagna (31.800 euro). Qualche ombra si abbatte anche sul mercato del lavoro: i tassi di attività e di occupazione (rispettivamente, 71,4% e 65,6%) restano migliori del contesto nazionale ( 65,3% e 58,8%) ma peggiori di quelli regionali (73% e 69%) ma la nota dolente tocca soprattutto il tasso di disoccupazione che si prevede in aumento dal 7,4% del 2021 all’8,1% del 2022. Rimini è quindi sempre più fanalino di coda in Regione dove la disoccupazione si attesta mediamente al 5,6%. In Italia è invece al 9,9.
Infine, la produttività per addetto (60.600 euro) dovrebbe restare ancora inferiore sia ai dati dell’Emilia Romagna (70.600 euro) che nazionali (68.000 euro).

La guerra in Ucraina, insieme all’emergenza pandemica non definitivamente risolta, frenano l’economia europea e in particolare quella italiana. Il rincaro di energia e la carenza di altre materie prime, contribuiscono ad aggravare lo scenario nel nostro Paese, dove, peggiorano tutti gli indicatori per l’industria, i servizi sono in stallo e la dinamica delle esportazioni è attesa debole. Nell’Eurozona, inoltre, pesano incertezza e sfiducia e i tassi di interesse a lungo termine sono in rialzo, intanto gli USA risentono dell’inflazione, anche se partono bene nel 2022, e il Covid penalizza la Cina, che rallenta – commenta Roberto Albonetti, Segretario generale della Camera di commercio della Romagna. In questo contesto, molte delle sfide che, anche nel nostro territorio, abbiamo davanti non possono essere risolte solo a livello locale. L’economia emiliano-romagnola è fortemente interconnessa con le dinamiche nazionali, europee e internazionali, sia che si parli di attrattività turistica, sia che si pensi al ruolo dell’export. Tuttavia, il fatto di essere immersi in dinamiche geopolitiche complesse non riduce la responsabilità e il ruolo che ognuno di noi è chiamato a svolgere a livello territoriale. Tutto il contrario, ogni cambiamento inizia dalla responsabilità personale. Tutti abbiamo davanti la sfida di ripensare i modelli che si erano consolidati nel passato per rispondere ai nuovi bisogni che sono emersi o che gli avvenimenti degli ultimi anni e degli ultimi mesi hanno accelerato. A questo sono chiamate le Istituzioni tutte, nazionali e locali. In particolare, come Camera di commercio, in stretta collaborazione con le associazioni di categoria e con i diversi corpi intermedi, abbiamo il compito di svolgere il ruolo di agenzia per lo sviluppo territoriale e per questo ci impegniamo”.