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Obiettivi e obblighi ambientali

Imprese e sostenibilità. Il bamboo nuova frontiere per limitare le emissioni

In foto: il convegno
il convegno
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
dom 1 mag 2022 09:24
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Dai campi di bamboo uno strumento per mitigare la Co2 emessa: se ne è parlato a Rimini nel convegno Mitigare le emissioni di CO2 il goal verde di ogni impresa” organizzato con il Patrocinio della Provincia di Rimini da tra realtà aziendali del territorio: Bamboo-Pro, Energika, Skema Consulenza Aziendale.

Le Nazioni Unite hanno stabilito che per limitare i rischi dei cambiamenti climatici è necessario contenere il riscaldamento globale alla fine del secolo (2100) a +1,5°C. Riuscirci, significa dimezzare le emissioni climalteranti entro il 2030 ed azzerarle entro il 2050. In sintesi, la sfida davanti a ogni impresa, di ogni categoria o tipologia produttiva, è partecipare da protagonista al percorso collettivo che deve portarci all’equilibrio tra la mitigazione delle emissioni di carbonio e l’assorbimento di carbonio. E dall’Emilia Romagna arriva una buona notizia. Le emissioni di gas serra da riscaldamento edifici, trasporti, emissioni non CO2 da agricoltura, rifiuti, piccola industria (settori ESD), si sono ridotti del 33% rispetto al 2005 (dati Arpae E.R.). Mentre, esiste una “tecnologia naturale” in grado di mitigare impatto dei gas serra nell’ambiente: la coltura agricola del bamboo.

In apertura del dibattito Simonetta Tugnoli (collegamento da remoto), ha riportato anche come l’emissione complessiva di CO2 sul nostro territorio sia scesa del 1% dal 1990 a oggi. Un dato certo molto lontano ma che è stato meglio collocato nel successivo intervento del docente e ricercatore del Politecnico di Milano, Francesco Pittau: “L’1% è poco ma dobbiamo ricordare che il valore dell’anidride carbonica emessa in questo arco temporale è invece aumentata in tutto il mondo”. Ha poi presentato i risultati delle indagini scientifiche del Politecnico su efficacia di assorbimento di CO2 da parte dei bambuseti: “Il bamboo ha crescita velocissima, un 4 anni si raggiungono livelli che con ripiantumazione con conifere o latifoglie si ottengono dopo 4 decenni”. E le piante di bamboo assorbono circa 5 volte la quantità di biossido di carbonio e producono circa il 35% in più di ossigeno, a parità di proporzioni, rispetto ad una foresta di alberi e producono circa il 35% in più di ossigeno.

Ed è stato quindi Fabrizio Pecci, fondatore di BambooPro a spiegare come ogni azienda può utilizzare la sua partecipazione alla coltura di questa pianta per fare crescere la sua impresa: “Oggi a buoni prodotti, buon profitto, bisogna aggiungere buona sostenibilità, Non è solo tema etico ma risponde in pieno al cambiamento di paradigma produttivo che sta di fronte a ogni topo d’azienda, Bisogna crescere ma in modo diverso dal passato. Partecipare alla coltura del bamboo rappresenta solo un valore tra lo 0,2% all’1% di quanto si investe in comunicazione a marketing, ma consente di dimostrare a clienti e stakeholder di muoversi già oggi nella giusta direzione. Comunicare con trasparenza un impegno concreto.

Lo strumento in grado di capire come mitigare le proprie emissioni di anidride carbonica, significa capire come e quanto energia si consuma, come evitare sprechi, è l’audit energetico. Lo ha spiegato Agostino De Maurizi, Co-founder di Energika: “La nostra azienda effettua una valutazione di impatto ambientale dell’attività produttiva. Convertiamo in tonnellate di CO2 equivalenti i consumi energetici annui e offriamo dati reali su quali forme di compensazione della CO2 si possono adottare, come nel caso del bamboo”.

Infine Andrea Moretti, partner Studio Consulenza Aziendale Skema, affronterà l’importanza del Non Financial Reporting. Strumento già obbligatorio per aziende sopra i 500 dipendenti, oggetto di una proposta di direttiva per le imprese della Commissione Europea. Un report che indica il livello di sostenibilità dell’azienda e migliora rapporto con stakeholder, investitori, reputazione aziendale e possibilità di accedere a finanziamenti: “La legislazione UE e nazionale si muove verso obbligatorietà della dichiarazione del proprio impatto ambientale da parte attività di di ogni azienda. Su più di 1 milione di aziende in Italia con più di 3 addetti solo il 40% di loro svolge azioni di promozione della sostenibilità ambientale. Solo il 2,5%, circa 26 mila presenta una rendicontazione di sostenibilità vera e propria, ottenendo però un vero vantaggio competitivo nei confronti delle altre imprese”.