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comunità solidali

Accoglienza profughi. Le parrocchie della Diocesi aprono le porte

In foto: da VaticanNews
da VaticanNews
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 6 mar 2022 16:31 ~ ultimo agg. 7 mar 16:32
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Dopo l’invito della Diocesi di Rimini, arrivato nei giorni scorsi, sono già diverse le parrocchie riminesi che si stanno organizzando per aprire le porte ai profughi, in arrivo a centinaia sul territorio. Alla parrocchia AlbaMater di Riccione già da oggi vengono ospitate tre persone, una mamma con i suoi due figli, in un appartamento nella canonica della chiesa di Gesù Redentore. Per farli sentire accolti nel modo migliore i parrocchiani si stanno attivando anche per farli partecipare ad alcune attività organizzate dalla comunità. Nella parrocchia dei Santi Cristina e Paolo di Rimini la disponibilità è arrivata direttamente dai parrocchiani, che hanno messo a disposizione tre appartamenti. A San Paterniano di Villa Verucchio già da oggi hanno cominciato ad attrezzarsi in vista di una accoglienza. Nella parrocchia di Viserba mare, alcuni hotel e privati hanno dato la disponibilità per aprire le porte di strutture e case a chi scappa dalla guerra. Ma sono tante altre le comunità che, proprio in queste ore ,stanno facendo arrivare la loro adesione e che durante il periodo della Quaresima, faranno raccolte di fondi a favore del popolo ucraino.

Nel territorio Sogliano-Borghi le parrocchie collaborano con le istituzioni: dal confronto si è convenuto che l’ospitalità sul territorio di persone che cercano rifugio dalla guerra, sia migliore degli aiuti a distanza, che rischiano di essere poco concreti. Il Carmelo “Santa Maria della Vita” ha messo a disposizione i locali della foresteria per la prima accoglienza di famiglie provenienti dalle realtà di conflitto, in attesa di disponibilità presso le famiglie o strutture di privati. Le persone ospitate avranno bisogno di diverse tipologie di assistenza, da quelle materiali (vitto, vestiario, utenze) a quelle culturali (alfabetizzazione latina, perché loro hanno l’alfabeto cirillico). Per questo motivo chi potesse contribuire anche solo con il proprio tempo può mettersi a disposizione informando i propri Comuni di appartenenza.


La Diocesi di Rimini ha promosso una settimana di preghiera e di sensibilizzazione nei confronti della guerra in Ucraina, attraverso alcune semplici iniziative e gesti simbolici che già sono partiti oggi.

Preghiera al suono delle campane

Le campane della Basilica Cattedrale saranno suonate ogni giorno della prossima settimana, sempre alle ore 20.
Si invitano anche le parrocchie e i monasteri della Diocesi a fare altrettanto.
È proposta anche una preghiera serale, in famiglia, a favore della pace.
L’invito è esteso anche alle comunità monastiche e religiose presenti in Diocesi.

Spegnimento luce della Cattedrale

Si prevede inoltre lo spegnimento dell’illuminazione della Basilica Cattedrale, a Rimini, sempre in orario serale. “Questo gesto ha un doppio significato. – spiega il Vicario generale della Diocesi, don Maurizio Fabbri – Il primo è fortemente simbolico: spegnere le luci che illuminano il Duomo di Rimini significa sperimentare le tenebre, come quelle che avvolgono l’umanità quando si imbocca la ‘follia della guerra’, come ha detto Papa Francesco.
Inoltre, è anche un piccolo esempio delle luci superflue che ciascuno di noi può ‘spegnere’, come digiuno soprattutto in questo tempo di Quaresima, e di risparmio energetico”.
Queste prime iniziative sono proposte da domenica 6 a domenica 13 marzo. Sono allo studio della Diocesi anche altre proposte nel caso il conflitto dovesse prolungarsi.
Fondo Caritas per Ucraina
Si invitano le comunità parrocchiali, ma anche le associazioni e i movimenti ecclesiali a supportare, per quanto è possibile, la raccolta fondi avviata da #Caritas Italiana per stare accanto alla popolazione #ucraina vittima del conflitto.
Tale vicinanza può essere fatta utilizzando il conto corrente:
IT21T06230242060000043130436
intestato a Caritas Rimini ODV  Causale Emergenza Ucraina

A coordinare gli interventi di solidarietà e accoglienza per l’Emergenza Ucraina, anche in vista dell’arrivo di altri profughi, è la Caritas Diocesana.