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Iniquità di trattamento

Vagnini (Confesercenti): norme contraddittorie, commercianti allo stremo

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 25 gen 2022 11:42 ~ ultimo agg. 11:42
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La luce in fondo al tunnel della pandemia sembra ancora molto lontana per i commercianti, alle prese con le nuove norme sul green pass previste dall’ultimo Dpcm. Preoccupato il presidente di Confesercenti Rimini, Fabrizio Vagnini che parla di commercianti allo stremodopo due anni di pandemia e di regole contraddittorie tra loro, sfornate ogni settimana, periodi di chiusura e l’aumento di costi per le bollette“. E a poco stanno servendo i saldi visto che “con le nuove regole l’obiettivo di recuperare gli incassi verrà mancato“. Vagnini lamenta “un’iniquità” nel trattamento delle varie merceologie quando il Governo ha stilato la lista degli esercizi dove si potrà entrare senza green pass base, stabilendo cosa è considerato di prima necessità per la persona oppure no. “Sono state escluse – spiega – le tabaccherie dove si vendono anche valori bollati, le scarpe e l’abbigliamento non sono stati inseriti tra i bisogni primari. Un altro esempio sono i centri commerciali, dove si può andare all’interno dell’alimentare, che poi vende di tutto, senza green pass; mentre i negozi che si trovano all’interno della stessa galleria devono chiedere la certificazione verde. Nelle chiese si entra senza green pass, mentre negli uffici postali per ritirare la pensione ci vuole.” Il presidente di Confesercenti evidenzia il calo di clientela nei piccoli esercizi commerciali spiegando che “non c’è certamente assembramento, ma il risultato delle nuove regole è creare ulteriori difficoltà ai commercianti che da due anni lottano per restare in piedi. Sono tra coloro che più soffrono la crisi e che vengono gravati di continui oneri, non ultimo quello delle verifiche del green pass ai clienti“.

L’altra nota dolente riguarda il turismo con tutti i punti interrogativi sulla prossima stagione. Occorre darci una regolata – attacca Vagnini -, mentre l’Europa va da un’altra parte, in Italia continuiamo sulla strada dei Dpcm con regole che da altri paesi sono considerate superate.”

Da presidente anche della polisportiva San Lorenzo, Vagnini torna anche sull’obbligo di green pass sopra i 12 anni: “si tratta di impianti all’aperto, nei quali è necessaria la certificazione verde ai ragazzi, magari gli stessi che qualche ora prima sono stati nella stessa classe a scuola. Sul vaccino non decidono i minorenni, quindi non possiamo far ricadere le scelte degli adulti su di loro. Sui giovani si fanno tanti proclami per cercare di risolvere le loro problematiche, invece nel concreto dopo 2 anni di pandemia non si fa altro che accentuare le loro problematiche e il disagio psicologico” conclude.