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Per le piccole imprese è un'impresa l'accesso al credito. Indino ricorda anni '60

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 17 nov 2021 13:25
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L’accesso al credito per le piccole imprese è diventato un problema, una situazione dalla quale dobbiamo uscire. Non è accettabile che in un momento delicato come questo, in cui stiamo tentando di uscire dalla crisi dovuta alla pandemia, il mondo bancario continui di fatto ad estromettere la maggioranza delle piccole imprese dal credito”. A dirlo il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino. Senza forti garanzie personali da presentare, spiega il presidente, il credito è quasi impossibile da ottenere. 

Non ce l’ho con le banche: fanno il loro lavoro e se preferiscono gestire la liquidità piuttosto che impiegare risorse per finanziare le PMI, significa che c’è fattore di rischio più elevato a fronte di una redditività minore. Inoltre, lo Stato controgarantisce solamente finanziamenti erogati a imprese ritenute solvibili, con una responsabilità della banca sulla valutazione creditizia. In sostanza, la banca è responsabile del prestito che fa e non lo eroga facilmente, mentre le imprese hanno bisogno di liquidità ma non la trovano: un cane che si morde la coda”.

Con i Confidi stiamo lavorando tanto e si tenta di sopperire a queste difficoltà con soluzioni diverse, più aperte alla disponibilità verso l’impresa, andando nella direzione giusta. Si cerca di fare il massimo, ma purtroppo i meccanismi burocratici, invece di facilitare le cose, spesso le ingarbugliano”.

Indino torna indietro con la memori: “Se i requisiti per l’accesso al credito di oggi fossero stati richiesti negli anni Cinquanta e Sessanta, la capitale del turismo non esisterebbe. Ripetere il miracolo economico post-pandemia a queste condizioni non è possibile”.

Durante la pandemia c’è stato un abbassamento dei costi dei finanziamenti e dei tassi di interesse – spiega il vicepresidente di Fider, Richard Di Angelo – ma le leggi agevolative entrate in vigore prevedono per gli istituti di credito un aggio inferiore e questo di fatto disincentiva l’erogazione di credito. I dati ufficiali dicono che i finanziamenti alle imprese sono calati in maniera importante. Da parte nostra stiamo erogando parecchi finanziamenti, con un rapporto di collaborazione importante con gli istituti bancari, perché siamo noi che mettiamo sul piatto nostre risorse per dare le garanzie necessarie. In questo modo riusciamo ad attenuare di molto il fattore di rischio per l’istituto, che può finanziare il privato più agevolmente. I finanziamenti con la garanzia statale non hanno trovato molto favore per varie problematiche, soprattutto legate alla burocrazia stringente: ogni minimo errore dell’istruttoria si paga a caro prezzo, ovvero con la decadenza immediata della controgaranzia dello Stato. Tutto l’iter burocratico è stato appesantito per coprire maggiormente dal rischio e questo rallenta parecchio l’erogazione del credito. Abbiamo notato che, almeno a livello locale, più delle garanzie statali hanno aiutato le risorse stanziate da Regione e Camera di Commercio”.