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Prossima riapertura?

Via libera CTS alle discoteche. Indino (Silb): 35% è capienza antieconomica

In foto: Gianni Indino
Gianni Indino
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 6 ott 2021 11:31 ~ ultimo agg. 16:11
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Bene il fatto che il Comitato Tecnico Scientifico si sia interessato del settore delle discoteche e abbia dato indicazioni per la riapertura (con Green Pass ma senza mascherina in pista) ma preoccupa il limite di capienza al 35% al chiuso (e al 50% all’aperto). Lo mette in evidenza il presidente del Silb Emilia Romagna Gianni Indino.

E’ una percentuale difficile da accogliere positivamente – spiega – perché per i nostri locali, che hanno già le capienze più basse d’Europa, è una capienza antieconomica, che non permette di rimanere sul mercato. Continuiamo con forza a chiedere un tavolo di confronto: come rappresentanti delle imprese da ballo conosciamo le dinamiche e vogliamo spiegare quali siano le reali esigenze per arrivare finalmente a una soluzione condivisa, che possa mettere insieme le necessità del settore e quelle sanitarie. Crediamo sia possibile”. Domani a Roma il direttivo nazionale del SILB-Fipe valuterà se ci siano le condizioni per continuare a dialogare oppure se sarà necessario passare alle proteste rumorose già annunciate nei giorni scorsi.

L’intervento di Gianni Indino (Silb)

Una cosa mi rende soddisfatto – dice il presidente del SILB-Fipe dell’Emilia Romagna, Gianni Indino – ovvero che il CTS finalmente si sia interessato al nostro settore e abbia dato indicazioni per la riapertura dei locali da ballo, gli unici ancora chiusi per Decreto. Una cosa per cui abbiamo lavorato con continuità e che aspettavamo da troppo, troppo tempo. Purtroppo però non possiamo essere soddisfatti delle decisioni prese. A queste condizioni, infatti, non sarà possibile riaprire. Il 35% di capienza per i locali al chiuso è una percentuale difficile da accogliere perché per i nostri locali, che ricordiamo hanno già le capienze più basse d’Europa, è una capienza antieconomica, che non permette di rimanere sul mercato. Si pensi solamente a quanto personale serve per organizzare una serata, dai barman ai tecnici, dai dj al personale per la sicurezza. Riempiendo il locale solo al 35%, non si coprirebbero nemmeno i costi vivi. Vogliamo tornare a lavorare, ma non possiamo rimetterci. Non capiamo davvero perché, se tutti gli avventori devono essere muniti di Green Pass, non si possa avere una capienza ben più alta. A maggior ragione adesso che il governo ha deciso per l’ampliamento delle capienze per tutti i settori dello sport e dello spettacolo, all’aperto e al chiuso.
Continuiamo con forza a chiedere un tavolo di confronto: come rappresentanti delle imprese da ballo sappiamo bene le dinamiche del nostro lavoro e vogliamo spiegare quali siano le reali esigenze di questo comparto per arrivare finalmente a una soluzione condivisa, che possa mettere insieme le necessità del settore e quelle sanitarie. Crediamo sia possibile.
In questi giorni mi trovo a Madrid, dove i locali da ballo sono aperti ormai da tempo senza limitazioni di capienza. Non lo sono ancora in Catalogna dove mi hanno assicurato che riapriranno a breve. Nei territori dove il virus sta lasciando un po’ di tregua il governo spagnolo ha deciso di favorire l’apertura delle attività dell’intrattenimento da ballo permettendo alle regioni di legiferare in materia, secondo l’andamento dei contagi. Me lo ha confermato l’ambasciatore italiano in Spagna, Riccardo Guariglia, con il quale ho avuto un incontro. A Madrid ho incontrato anche l’amico Joaquin Boadas, segretario generale dell’International Nightlife Association e di Spain Nightlife, nonché tra i vicepresidenti dell’European Nightlife Association. Anche da parte sua c’è grande vicinanza alla nostra situazione e anche lui si è molto meravigliato perché l’Italia è l’unico Paese in cui le discoteche non sono ancora aperte nonostante la capillare estensione del Green Pass tra i cittadini. Quello che ho visto in Spagna mi conferma che sarebbe possibile aprire in condizioni di sicurezza e senza queste grandi limitazioni di capienza anche nel nostro Paese.
Domani, 7 ottobre, si riunirà a Roma il direttivo nazionale del SILB-Fipe, che prenderà atto formalmente delle decisioni prese dal CTS e valuterà se ci siano le condizioni per continuare a dialogare attraverso un tavolo di confronto, oppure se sarà necessario passare alle proteste rumorose e diffuse già annunciate. Ora la politica italiana può far sentire la sua voce: il periodo del bla bla bla mi auguro sia finito”.