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Dibattito sul progetto

Lisi sull'eolico: no a progetto riminese, si all'offshore

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 9 set 2021 12:14 ~ ultimo agg. 12:14
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Anche il progetto dell’impianto eolico al largo delle coste riminesi sta entrando nel dibattito politico in vista delle amministrative del 3 e 4 ottobre a Rimini. Sul tema interviene oggi la candidata sindaca Gloria Lisi. “Disponibili a valutare un impianto eolico al largo della nostra costa solo se allontanato oltre i 22 chilometri, 12 miglia marine – spiega –, così come previsto dai due progetti offshore limitrofi di Ravenna e Fano. Siamo contrari all’attuale progetto di impianto eolico che prevede l’installazione di aerogeneratori alti oltre 200 metri a soli 10/12 chilometri delle coste riminesi. L’impatto paesaggistico su un territorio come il nostro a vocazione turistica è assolutamente inaccettabile“.

Siamo favorevoli all’eolico offshore – prosegue la ex vicesindaca -, che riteniamo un’importante opzione per arrivare ad una completa decarbonizzazione del nostro Paese, ma questi impianti devono essere costruiti molto più al largo per non stravolgere il nostro paesaggio, garantire un impatto ambientale minimo e non pregiudicare la sicurezza della navigazione. Davvero si fatica a comprendere perché il progetto riminese, ubicato davanti ad una delle più importanti località turistiche italiane, sia pensato a soli 10 chilometri dalla costa mentre i due progetti eolici confinanti, Ravenna e Fano, siano progettati ad una distanza più che doppia, cioè 24 chilometri, ossia oltre le 13 miglia marine“. Sul tema la Lisi parla di una piena sintonia con l’alleato MoVimento 5 Stelle “che grazie al senatore Marco Croatti – spiega – ha presentato, proprio in tal senso, osservazioni alla Capitaneria di Porto durante l’iter della concessione demaniale e a Roma ha avuto confronti con il Ministero della Transizione Energetica“.

Quello della sostenibilità ambientale è un tema su cui i comuni e le comunità locali – conclude la candidata sindaca –, al di là dei grandi impianti industriali, possono svolgere un ruolo estremamente importante. In questo senso nel nostro programma politico definiamo le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) il fulcro centrale con cui concretizzare i concetti di tutela ambientale, sviluppo economico e coesione sociale, in un’ottica di condivisione partecipata ed inclusiva che si incardina in ciò che dal punto di vista normativo, civile e morale, siamo chiamati a fare, nell’attuale quadro Europeo e nazionale dell’agenda 2030.”