Indietro
menu
Situazione critica

Invasione cinghiali: agricoltori a Montecitorio. Barboni (FI) interroga

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 6 lug 2021 18:42 ~ ultimo agg. 18:44
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Domani alle 9 ci saranno anche gli agricoltori romagnoli in piazza Montecitorio a Roma per chiedere al Governo di intervenire contro l’emergenza cinghiali. A Bologna iniziativa sotto l’assessorato regionale con il presidente Coldiretti Nicola Bertinelli e delegazioni di agricoltori dal riminese e da tutta l’Emilia-Romagna. L’invasione di cinghiali in Italia, spiega Coldiretti, è esplosa con il Covid che ha lasciato campo libero in spazi rurali e urbani con i cinghiali che si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole e distruggono produzioni alimentari e raccolti. Sul tema il Senatore riminese Antonio Barboni ha interrogato il Governo per sapere se sono allo studio “misure straordinarie di controllo e contenimento” per  garantire “un giusto equilibrio tra la presenza di fauna selvatica, attività economica e sicurezza dei cittadini“.

L’interrogazione del sen. Antonio Barboni di Forza Italia

Premesso che:
la proliferazione senza limiti dei cinghiali e di tutta la fauna selvatica sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi presenti sul nostro territorio;
la presenza incontrollata di cinghiali non solo nelle zone agricole ma anche nei centri abitati, mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini, provocando gravi problemi ambientali, di pubblica sicurezza e di ordine sanitario;
con legge 157 /92 e successive modifiche sono state adottate le disposizioni per il contenimento della diffusione del cinghiale, allo scopo di effettuare piani di prelievo selettivo senza limiti temporali;
il ministero della salute ha pubblicato, il 2 aprile 2021, il Piano si sorveglianza e prevenzione per la Peste Suina Africana ( PSA), con il quale si evidenzia la necessità di adottare misure per la gestione numerica della popolazione dei cinghiali, visto che hanno un ruolo fondamentale per la diffusione del virus. Tale Piano, per l’anno in corso, prevede anche la sorveglianza per la PSA ma non sono inclusi i cinghiali, per i quali è prevista quindi una sorveglianza passiva, aumentando il rischio della diffusione di malattie infettive batteriche sia all’uomo che all’intero nostro patrimonio suinicolo;
dai dati emersi nel Piano, ogni anno in Italia vengono abbattuti dai 300 mila ai 500 mila cinghiali a fronte di una popolazione post riproduttiva che va da 800 mila ad 1 milione di ungulati, per i quali quindi si rende necessaria una riduzione sia numerica che spaziale;
con nota congiunta del 21 aprile 2021 i ministeri della salute, delle politiche agricole e della transizione ecologica hanno trasmesso alle regioni un documento di indirizzo tecnico sulla gestione degli ungulati e della Peste suina africana, per supportare i singoli Piani e consentire l’aggiornamento continuo dei dati;
con sentenza n. 21 del 17 febbraio 2021 la Corte costituzionale, riconoscendo l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato al controllo, si è pronunciata consentendo ai cosiddetti operatori volontari, quali agricoltori provvisti di tesserino di caccia, cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali e guardie giurate, di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero di animali selvatici, dopo appositi corsi di formazione e preparazione, organizzati dalle regioni in accordo con l’ISPRA;
la presenza incontrollata dei cinghiali sul nostro territorio continua a provocare ingenti danni economici all’agricoltura oltre al grosso rischio sanitario per la zootecnia locale, per la quale necessita la creazione di una filiera tracciata e trasparente;
per sapere se:
il ministro in indirizzo, alla luce di una situazione sempre più allarmante e con i piani regionali di contenimento sinora insufficienti, non ritenga necessario intervenire per consentire l’adozione di ulteriori misure straordinarie di controllo e contenimento, garantendo cosi un giusto equilibrio tra la presenza di fauna selvatica, attività economica e sicurezza dei cittadini.