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La testimonianza di AOVAM

Valmarecchia Futura: da Protocollo nessuna risposta e cresce disagio sulla Marecchiese

In foto: la Marecchiese
la Marecchiese
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 6 mag 2021 12:57
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L’allentamento delle misure sulla mobilità, col passaggio alla zona gialla, ha ovviamente aumentato il traffico sulle strade e la Marecchiese è tornata ad essere quell’imbuto di auto e camion: Lo denuncia il Comitato Valmarecchia Futura che sollecita di nuovo le Amministrazioni ad abbreviare i tempi di intervento per risolvere le tante situazioni critiche.

“A breve saranno trascorsi tre mesi dalla firma di un protocollo su mobilità e viabilità che sanciva l’avvio di un percorso nel quale tutti i sindaci della Valmarecchia e la Provincia di Rimini si impegnavano sostanzialmente a realizzare progetti entro un anno e ad avviare i lavori entro un triennio. Pochissimo s’è mosso, un paio di incontri e un altro annunciato con Anas verso fine mese. Il tempo passa, quindi, ma il Comitato non resta fermo”.

Cresce il numero di persone interessate al tema, ricorda il Comitato – e sono in cantiere – Covid permettendo – incontri con gli oltre 1200 follower nel frattempo avvicinatisi sui social e le oltre 50 le imprese che si sono aggregate al Comitato.

“Presto agiremo concretamente con iniziative pubbliche che riaccenderanno i fari su un problema che rischia di nuovo di incastrarsi fra burocrazie e campagne elettorali”.

Nel frattempo si è aperto un fronte sulla la difficoltà crescente per gli spostamenti dei mezzi che trasportano persone con patologie e ambulanze. La Croce Verde è già aderente al Comitato. Valmarecchia Futura cita anche la testimonianza di AOVAM, l’Associazione di volontariato che da Novafeltria assiste malati in tutta la Valmarecchia.

“Ci occupiamo quotidianamente di trasportare dializzati o malati oncologici lungo la Marecchiese – dice il presidente di AOVAM, Oddo Triani – e ogni mese percorriamo oltre 5.000 km lungo quella strada. Il viaggio sta diventando un problema: chi è sottoposto a queste cure tre volte a settimana rischia di passare il giorno di pausa a riprendersi da un trasferimento che chiede sempre più tempo. Il traffico genera ritardi sempre maggiori e talvolta anche la difficoltà di essere puntuali alle terapie. Problemi che vivono anche le ambulanze. Ci associamo alla domanda del Comitato, servono soluzioni rapide e incisive. Chiediamo anche noi alle Istituzioni di accelerare i tempi e di valutare che il costo sociale di questa situazione è anche per il mondo della sanità. Perché se l’assistenza che si auspica ha un riferimento nel presidio territoriale, il personale medico e i cittadini non possono restare imbottigliati lungo la strada come sta avvenendo ora”.