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Non una 'corsa ai voti'

Perché il rientro sia un tempo utile. La lettera dai genitori del Volta-Fellini

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
dom 11 apr 2021 21:30 ~ ultimo agg. 12 apr 19:32
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Un appello perché i pochi giorni in presenza che rimangono da qui alla fine dell’anno scolastico siano un periodo utile per i ragazzi e non una semplice corsa ai voti. Lo chiedono un gruppo di genitori di studenti del Liceo Volta-Fellini di Riccione a professori e preside, mettendosi a loro fianco ed assumendosi le proprie responsabilità. La lettera dei genitori era accompagnata da una serie di proposte avanzate dagli studenti in un’altra lettera indirizzata al preside: laboratori, aperti sulla situazione attuale, lezioni all’aperto, incontri di gruppo con la psicologa. Una scuola che si reinventi per privilegiare, nel tempo che resta, i rapporti umani dopo mesi che hanno messo a dura prova tutti.


La lettera dei genitori:

Gentili professori e gentile preside, ci rivolgiamo a voi consapevoli che come genitori siamo stati mancanti in questo anno scolastico agli sgoccioli. Abbiamo accettato che i nostri ragazzi restassero rinchiusi per mesi mentre noi abbiamo continuato ad andare a lavorare. Abbiamo magari alzato la voce e protestato quando si è trattato di lasciare a casa fratelli e sorelle più piccoli, sia perché dovevamo far fronte a una quotidianità complessa, sia perché con loro ci siamo dovuti improvvisare maestri e maestre, creando non poche crisi di identità e ruoli educativi.
Abbiamo appreso con gioia il rientro a scuola in presenza al 50% dei nostri ragazzi, gioia che però è stata presto offuscata dalla preoccupazione molto concreta che quei 3 giorni a settimana in cui i nostri figli saranno a scuola si penserà a “far legna” in termini di voti e giudizi. Siamo in effetti nel periodo dell’anno che serve proprio a questo: mettere voti. Ma ci chiediamo se questo è stato un anno “normale” ….un anno scolastico dove i ragazzi delle superiori hanno frequentato da settembre ad oggi circa 50 giorni in presenza e il resto dietro a uno schermo. Domani (lunedì 12 aprile) i nostri ragazzi non saranno quelli che avete accolto a settembre e nemmeno il 25 gennaio, ne terrete conto cari professori?
Come adulti noi genitori ci mettiamo anche nei vostri, di panni: anche voi provati certamente da questa didattica a distanza. Ci chiediamo perché non lottiate per avere indietro il vostro vero lavoro: insegnare, educare, tirare fuori questi ragazzi dal guscio e aiutarli a diventare adulti è un compito arduo che insieme condividiamo e sappiamo che si può fare solo guardandosi negli occhi. Allora ci auguriamo che ognuno di voi possa, in coscienza, valutare che questo 50% in presenza non sia dedicato solo a compiti in classe ed interrogazioni per dare i voti. Non sarà facile accogliere questi ragazzi che avete visto per tanto tempo solo dietro uno schermo (quando la web cam era tenuta accesa e non fissavate invece un tremendo quadratino nero).

Non sarà facile farli parlare di quello che stanno vivendo, perché loro stessi ci sono dentro fino al collo. Sappiamo che c’è il servizio di sostegno psicologico, vi chiediamo di farvi aiutare dalla psicologa (che è una e non può certo seguire tutti gli studenti) affinché vi dia strumenti e consigli per poter in qualche modo riparare e ricostruire la relazione umana ed educativa con i vostri ragazzi. Perché li avete persi, non solo quelli che già faticavano, anche i più motivati e responsabili hanno ceduto, perché anche loro si sono resi conto di non contare più per nessuno: il governo, gli adulti (genitori, insegnanti, cittadini) li hanno semplicemente lasciati lì, dietro allo schermo. Vi auguriamo di fare tesoro di questi 20 giorni di presenza che vi restano.

 

La lettera degli studenti di una classe del liceo Volta Fellini ai loro professori e al preside

Gentili professori e gentile preside,
in questa triste situazione, che non pensavamo mai si sarebbe protratta per un anno, non abbiamo mai avuto voce. Vorremmo raccontarvi come ci sentiamo. L’isolamento in una stanza, la didattica a volte attraverso uno smartphone, un Wi-Fi instabile stanno innescando in noi una seconda epidemia. È un’altra epidemia subdola che porta depressione, crollo della concentrazione, dell’autostima, ansia e un grande disagio mentale. La DAD ha messo a dura prova anche gli studenti più responsabili, non ha dato buoni risultati, ma nonostante ciò abbiamo imparato anche in questo tempo sospeso.
Rientrando al 50% abbiamo pensato a come potrebbero essere questi soli venti giorni che ci restano in presenza, a come poter recuperare le emozioni perse in questo anno, a come riaccendere la voglia di conoscere, ristabilire il rapporto diretto con gli insegnanti e i compagni.
Nel nostro piccolo ci auguriamo che questo 50% non sia dedicato solo al solito pressante ritmo di fine anno a cui non siamo più neanche abituati, che non sia dedicato solo a giudicarci e a darci voti ma a spiegare, dialogare con noi e continuare le interrogazioni durante i giorni di dad in modo da rendere le valutazioni più eque tra noi studenti. Fare qualche laboratorio sarebbe stimolante e costruttivo, potremmo dedicare le restanti ore di educazione civica per confrontarci sulla situazione che stiamo vivendo, sarebbe un modo per formulare pensieri e opinioni, per conoscerci. Siamo stati isolati da tutto e da tutti, non sappiamo che il nostro compagno di banco magari sta vivendo un momento difficile, anche più difficile del nostro… allora insegnateci a non girarci dall’altra parte ma ad aiutare e a sostenere. A tal proposito chiediamo di poter avere un incontro di gruppo con la psicologa dell’istituto e di poter svolgere in esterna qualche lezione, che possa essere da stimolo per riattivare energia e positività all’apprendimento. Non è questa una richiesta col fine di alleggerire lo studio o eludere le ultime ore scolastiche ma un modo per ristabilire un minimo rapporto umano e con l’ambiente esterno, allacciare a consolidare il rapporto tra l’istituzione scolastica e l’extra-scuola. Infondo abbiamo già svolto un anno di scuola in un ambiente che non era la scuola con mille distrazioni. È necessario che la scuola e gli insegnanti si reinventino e forse questa è una opportunità per mettere in moto nuove idee per il nostro futuro. Confidiamo nella vostra sensibilità e possiate accogliere le nostre proposte positivamente. Ci scusiamo se non abbiamo esposto tutto ciò con asettici punti schematici, ma volevamo raccontarvi di noi.

La risposta del preside ai genitori