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Il plauso della Lisi

All'Irst di Meldola si studia relazione tra tumori e contagio

In foto: Irst Meldola
Irst Meldola
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 26 apr 2021 13:52
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L’Irst di Meldola, è impegnato in un importante lavoro di ricerca sulla relazione tra i tumori e il contagio e il trattamento da Covid-19. Uno studio importante i cui risultati potranno contribuire in maniera fondamentale ad ottimizzare la cura e la qualità della vita dei pazienti.  A segnalare l’impegno del centro, da anni in prima linea nella battaglia contro le malattie oncologiche, è il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi che, nei giorni scorsi, ha avuto l’occasione di confrontarsi con la direzione dell’IRST, punta di diamante della sanità romagnola e centro di eccellenza nazionale.

La pandemia – afferma la Lisi – ha reso evidente che sono solo la scienza e la ricerca gli strumenti per costruire la prospettiva del domani. Dobbiamo quindi ringraziare e andare fieri dei tanti ricercatori che ogni giorno fanno fronte a tanti sacrifici in cambio di ben poche soddisfazioni, in un Paese che vanta alcune delle migliori università al mondo offrendo alti livelli di formazione, ma ancora incapace di valorizzare al meglio, e troppo spesso di trattenere, le sue menti più brillanti. In Romagna abbiamo l’esempio di cosa significhi la ricerca al servizio delle persone, grazie all’Istituto romagnolo per lo studio dei tumori ‘Dino Amadori’ di Meldola, punta di diamante della nostra sanità e centro di eccellenza a livello nazionale. Nei giorni scorsi ho avuto di confrontarmi con la direzione dell’Irst sull’attività in corso, scoprendo ad esempio come il centro sia impegnato in un importante lavoro di ricerca sulla relazione tra le malattie oncologiche e il contagio e il trattamento da Covid-19. Uno studio importante, che conferma come sia ampio il campo di indagine dell’Irst e con risultati che potranno contribuire in maniera fondamentale ad ottimizzare la cura e quindi la qualità della vita dei pazienti. Tutti in qualche modo, perché l’abbiamo vissuto sulla nostra pelle o per esperienza diretta, sappiamo cosa significhi affrontare un tumore, parola che ancora spaventa solo a pronunciarla. Ecco perché tutti, allora, dobbiamo essere orgogliosi di avere all’interno del nostro sistema sanitario territoriale un tale centro di eccellenza. In questi lunghi mesi di convivenza forzata con il virus ci siamo resi conto della necessità di tornare ad investire in maniera strutturata sulla sanità a 360 gradi nella prospettiva dell’One Health, dalla formazione e la ricerca alla prevenzione, attraverso la promozione degli stili di vita sani e del benessere, fino all’ampliamento degli spazi pubblici dedicati ai servizi sociosanitari, distribuendoli sul territorio. Una sanità di prossimità, vicina al cittadino, da costruire anche attorno ai centri di eccellenza su cui il territorio ha investito negli scorsi anni”