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Memorie Linea Gotica

Dare voce alla Storia: la parola agli esperti

di Cristina Gambini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 5 feb 2021 11:54
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Torna “Memorie dalla Linea Gotica Orientale” per promuovere la trasmissione e valorizzazione della memoria collettiva della comunità e dei luoghi coinvolti negli eventi bellici dell’estate/autunno 1944. Nella nuova edizione reading, interviste a storici ed esperti militari, contributi seminariali, una mappa interattiva per scoprire il territorio e le video interviste ad esso collegate, la sottotitolazione dell’intervista a Cesare Finzi. Da oggi, fino a metà marzo, ogni venerdì saranno pubblicati contributi video per conoscere ed approfondire la storia e la memoria dei luoghi della Valconca.

Da quest’anno si è scelto di avviare una nuova sezione di attività: “Dare voce alla Storia” propone momenti di riflessione e approfondimento con esperti e docenti universitari.

Angelo Turchini,  Professore Alma Mater, Università di Bologna, nell’intervista realizzata ricostruisce alcuni degli avvenimenti che determinarono la costruzione della Linea Gotica. Seguendo l’andamento  dell’Appenino, che già di per sé è una barriera naturale, i tedeschi lavorano ad una linea difensiva per centinaia di chilometri, che va da Pesaro a Massa Carrara. Ma Rimini era ed è la porta verso la Pianura Padana e il suo essere geograficamente determinante per lo sviluppo dell’avanzare delle truppe la portò ad esser duramente colpita. La sua conquista è al centro del conflitto. Rimini, con 396 bombardamenti e l’85 % degli edifici distrutti, diventa emblema del disastro causato dal conflitto. La popolazione, inerme, è spiazzata, impaurita, disorientata. È una guerra totale e totalizzante. Le fotografie dell’epoca testimoniano inequivocabilmente quanto accadde: la città è un cumulo di macerie. Da Rimini fuggono quasi tutti i suoi abitanti: verso la metà del ’44 il centro cittadino si svuota.  La popolazione si dirige nell’entroterra cercando rifugio in Valconca e Valmarecchia. Anche San Marino  è meta di tantissimi sfollati provenienti dalle campagne limitrofe. Qui migliaia di persone trovano ospitalità e sostegno. Le grotte della ferrovia sono luogo di riparo per la maggior parte di loro. La costa appare deserta: gli abitanti sono scappati verso l’entroterra, in cerca di riparo nei piccoli centri. La ricostruzione della città comincia subito dopo la liberazione di Rimini, il 21 settembre del 1944. Questa area geografica aveva già una economia turistica importante, i danni sono ingenti e non c’è tempo da perdere. Sin dall’anno seguente il settore riprende, seppur lentamente, ad offrire servizi legati all’ospitalità estiva. È l’inizio della rinascita.

 

Guarda l’intervista ad Angelo Turchini:

 

Guarda il promo del progetto:

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