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Caso emerso nel 2020

Indagato il presidente Bonaccini per il "caso Jolanda"

In foto: Il presidente Stefano Bonaccini
Il presidente Stefano Bonaccini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 27 gen 2021 11:51 ~ ultimo agg. 15:43
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Dal Resto del Carlino arriva la notizia di un’indagine nei confronti di Stefano Bonaccini che proprio un anno fa, il 27 gennaio, veniva confermato alla guida dell’Emilia Romagna: il fascicolo aperto dalla Procura di Ferrara riguarda un caso relativo proprio alla campagna elettorale per le ultime regionali.

L’indagine con l’ipotesi di abuso d’ufficio nasce da un esposto del primo cittadino di Jolanda di Savoia (Ferrara), Paolo Pezzolato, secondo il quale Bonaccini avrebbe influito, per motivi politici, sul rifiuto di alcuni comuni limitrofi di condividere del personale per le necessità del suo comune. Alla denuncia è allegato l’audio di una telefonata in cui Bonaccini avrebbe espresso tutto il suo disappunto per la candidatura del vicesindaco Elisa Trombin con il centrodestra, rifiutando invecela proposta del centrosinistra. Il caso animò gli ultimi giorni della campagna elettorale dei 2020. La notizia dell’apertura del fascicolo era già emersa alcuni giorni fa. Ora c’è anche quell’iscrizione, come atto dovuto, del presidente Bonaccini che si era sempre dimostrato sicuro di poter smentire tutte le accuse.

Lucia Borgonzoni, senatrice Lega e all’epoca candidata del centrodestra: “L’iscrizione nel registro degli indagati del presidente Bonaccini ed i motivi che hanno portato a ciò, sono – se verificati nei termini riportati dalla stampa – dal punto di vista politico, di una gravità assoluta. Sul piano giudiziario faranno chiarezza i giudici e le indagini, sull’aspetto politico, è inaccettabile pensare che un presidente di regione possa fare pressioni di qualsiasi tipo su un eletto e rappresentante dei cittadini, che dipende per molti atti amministrativi dai fondi e dalle decisioni della regione stessa. Ci auguriamo che tale comportamento non sia stato messo in atto con altri amministratori, perché riteniamo che chi governa ha il dovere di trattare tutti allo stesso modo, non solo chi lo appoggia o gli è più vicino. Vedremo se la condanna giudiziaria arriverà, ma quella politica c’è già ed è irrevocabile”.

Il commento dei senatori emiliano-romagnoli della Lega Stefano Corti, Paolo Pisani, Maria Saponara e Maurizio Campari: “Sull’inchiesta in corso a carico del presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, da garantisti, abbiamo piena fiducia nel lavoro della Polizia Giudiziaria e ovviamente ci auspichiamo che sia fatta piena chiarezza sulla vicenda. Se si accerterà che qualcuno si è avvalso della propria posizione di potere e ne ha approfittato ai danni di un avversario politico in campagna elettorale, non sarà però solo una questione giudiziaria ma una gravissima questione morale”.

Michele Barcaiuolo, Coordinatore Regionale Fratelli d’Italia: Fratelli d’Italia ricorda, come aveva già denunciato, come sia inopportuno il comportamento del Presidente della Regione, tuttavia restiamo garantisti ed è giusto che sia la magistratura a fare tutte le verifiche del caso e verificare se il comportamento di Bonaccini ravvisi o meno una fattispecie di reato”.
Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle: “ci sembra la coda di una lunghissima scia di tensione politica che caratterizzò le regionali dello scorso anno. In un momento particolarmente delicato come quello che stiamo vivendo, serve concentrare tutta l’attenzione e tutti i nostri sforzi, sia in Regione che nei Comuni, nella gestione dell’emergenza legata alla pandemia”. “Come sempre le indagini faranno il loro corso e gli inquirenti valuteranno nel merito le posizioni di tutti gli attori di questa vicenda. Resta il fatto però che, a una valutazione esterna, ci sembra che questa vicenda sia caratterizzata da una polemica che è tutta politica, frutto del clima non certo sereno che ha caratterizzato le scorse elezioni”.