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Dieci firmatari

Antenna Coriano. Lettera aperta: basta bugie, serve dibattito serio e democratico

In foto: la protesta per l'antenna
la protesta per l'antenna
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
gio 17 dic 2020 17:19 ~ ultimo agg. 17:21
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La polemica sull’antenna Wind di Coriano, che ormai da qualche giorno fa  mostra di se dietro le mura del cimitero nei pressi del castello, continua a fare discutere. “È venuto il tempo di restituire a Coriano una vita e un dibattito politico serio, aperto, democratico” scrivono in una lettera aperta dieci personaggi conosciuti in città e di diverse estrazioni politiche. Nel mirino, l’operato dell’amministrazione Spinelli. “Non possiamo rimanere indifferenti – si legge – al tentativo di spaccare una comunità per poterla indottrinare con fantasiose e insostenibili teorie utili solo a mascherare il loro errore“. “Crediamo che solo una comunità che sa unirsi per difendere il bene comune – concludono – difende se stessa da chi non ha come primo interesse il bene comune, ed è per questo che vi chiediamo di unirvi a noi nel dire no all’antenna nel centro storico e dire a questa amministrazione basta bugie.” A firmare la lettera Giuseppe Arangio, Alessandro Cavuoti, Fabio Fabbri, Jari Forte, Giorgio Giovagnoli, Cristian Paolucci, Eros Rambaldi, Aldo Sampaolo, Enrico Santini, Roberta Talacci

Il testo della lettera

L’amore per la terra in cui viviamo e la convinzione che la politica sia quella nobile arte che Aristotele definì come “l’amministrare la città per il bene e nell’interesse di tutti” ci hanno spinto a scrivere questa lettera aperta congiuntamente, pur nella diversità delle opinioni e delle biografie politiche di ognuno di noi.
Ci rivolgiamo dunque alle corianesi e ai corianesi offrendo la nostra riflessione comune a proposito della vicenda dell’antenna Wind e vogliamo innanzitutto mettere a fuoco il male originale che ci ha condotto alla situazione attuale.

A febbraio 2018, ormai tre anni fa, la società Wind ha comunicato al Comune di Coriano l’intenzione di installare un’antenna per la telefonia mobile nel centro storico del paese. Il Sindaco Spinelli e il vicesindaco Ugolini incomprensibilmente hanno deciso di ignorare la richiesta invece di correre immediatamente ai ripari aggiornando e migliorando il vecchio e ormai inutile Regolamento per l’installazione, il monitoraggio e la localizzazione degli impianti di radiotelecomunicazione che risale al 2004. Si tratta dell’unico strumento in forza ai Comuni per continuare ad avere nelle proprie mani il governo del territorio di fronte alle richieste delle grandi compagnie telefoniche.
La signora Spinelli, il suo vice Ugolini, come pure l’Architetto Masini hanno sempre sostenuto di non aver adottato il regolamento poiché sarebbero stati soldi spesi male e senza frutto ritenendo che tali regolamenti nulla possono contro le multinazionali del settore. In realtà la giurisprudenza dimostra il contrario, ovvero che i regolamenti, se fatti bene, sono efficaci in sede di controversia fra comuni e gestori telefonici e rappresentano l’unico strumento che ci avrebbe permesso di scongiurare quell’orribile pennone sulla nostra collina.
Adottare un regolamento significa stabilire criteri trasparenti, razionali, oltreché criticabili ed emendabili, perché noti.
Non avere un regolamento, al contrario, denuncia chiaramente il desiderio di avere le mani libere al fine di collocare le antenne dove più e meglio conviene secondo criteri per niente dettati dal bene comune, ma da criteri soggettivi, come la scelta disgraziata di deturpare e sacrificare il più importante e significativo monumento di valore storico e monumentale del nostro territorio dimostra ampiamente.
Su quale altare, e a beneficio di chi, è stato sacrificato il Castello?
In seguito, come cittadini corianesi e con i cittadini corianesi, abbiamo partecipato ad oltre quattro mesi di dibattito e di lotta contro una decisione autolesionistica e sventurata della giunta Spinelli-Ugolini che ha preso forma nella delibera di Febbraio 2020 con la quale l’Amministrazione comunale ha autorizzato la società Windtre SpA ad installare la sua antenna di 36 metri sopra il cimitero, accanto al Castello malatestiano, nel cuore di Coriano.

Ora sentiamo il bisogno di condividere con voi il sentimento di disapprovazione verso lo svilimento delle istituzioni messo in atto dal primo cittadino e dal suo vice con quel susseguirsi di dichiarazioni prive di quella serietà e affidabilità che dovrebbe trasmettere chi ha un ruolo istituzionale:
chi rappresenta le Istituzioni non può mentire impunemente, dimostrando così tutto il disprezzo verso i cittadini che quella Istituzione, ha invece il dovere di rappresentare.
Non possiamo dimenticare che più volte il Sindaco ha dichiarato pubblicamente e che si sarebbe trovata una soluzione alternativa e l’antenna non sarebbe stata montata accanto al Castello. L’ultima dichiarazione in questo senso è appena del 2 dicembre!
Tutto ciò mentre la Sovrintendenza sta strenuamente lavorando all’apposizione di un vincolo sul Castello e su tutta l’area circostante grazie alla sensibilizzazione del comitato dei cittadini a dimostrazione della bontà degli argomenti di chi ha difeso il Castello e della stoltezza di chi invece quell’antenna l’ha voluta proprio al Castello come affermato dal Sindaco nelle sue ultime dichiarazioni.
Ma il danno non finisce qui. Si dà il caso che Windtre non sia il solo gestore telefonico in Italia. Altre richieste verranno e altre antenne.
Questo i cittadini di Coriano, capoluogo e frazioni, devono tenerlo a mente, oggi il Castello, e domani?
Le corianesi e i corianesi si devono porre tutti insieme la medesima domanda: come proteggere il paese di Coriano e le frazioni tutte dai prossimi assalti?

Si tratta di una battaglia che possiamo vincere solo se forti di un’opposizione popolare grande ed unita, solo se non ci divideremo per quartieri, solo se ad ogni chiamata risponderemo insieme.
Esattamente il contrario di quello che la signora Spinelli ha tentato di fare fin dall’assemblea di Agosto: mettere i corianesi gli uni contro gli altri.

No, non possiamo tacere sul vergognoso tentativo di dividere gli abitanti del Castello da quelli della Grotta, o da quelli di via G. Di Vittorio.
Non possiamo rimanere indifferenti al tentativo di spaccare una comunità per poterla indottrinare con fantasiose e insostenibili teorie utili solo a mascherare il loro errore.
Nessuno mai ci ha sentito dire che fra l’antenna alla Grotta o in Via Lavatoio o al parcheggio del cimitero ci sia un luogo migliore rispetto ad un altro per quell’antenna.
Ciò che invece gridiamo forte è che crediamo che il tentativo di mascherare quel madornale errore iniziale , abbia condizionato e condizioni ogni possibilità di trovare soluzioni alternative.

Il prossimo futuro vedrà le antenne moltiplicarsi, grandi e piccole: se vogliamo contare qualcosa, se vogliamo opporci alla collocazione delle antenne sulle nostre teste, nei paesi, nei centri storici, accanto agli altri castelli del comune, dovremo far tesoro dell’esperienza di questa prima antenna che ci ha portato via la più valida attrattiva turistica del territorio.
Questa vicenda, la raccolta di quasi mille firme, il formarsi di un comitato spontaneo e trasversale, la resistenza pacifica e civile all’installazione dell’antenna dei giorni scorsi ci insegnano che è quella la strada maestra per far valere le nostre ragioni, per non abbandonare nelle mani delle multinazionali e di amministratori in un possibile conflitto di interessi decisioni che cambiano la vita delle persone, ne modificano pesantemente gli ambienti di vita, ne mettono a repentaglio la salute.
Ora, una volta montata l’antenna della vergogna, palesatesi chiaramente le responsabilità e il metodo mistificatore ed antidemocratico del duo Spinelli-Ugolini occorre mobilitare le energie e le intelligenze di quanti più cittadini possibile affinché le decisioni che riguardano la vita e la salute di tutti non siano prerogativa unica di un sindaco autocrate in piena sindrome di autosufficienza, di un vicesindaco geometra e di una giunta silente e sdraiata a tappeto sotto gli editti della regina.
Ai tanti sfiduciati e disgustati dallo spettacolo di un dibattito abbrutito, diciamo che è necessario saper volare ancora più in su ed oltre l’altezza dell’antenna del castello, pardon del cimitero, per tornare a respirare aria buona, l’aria della partecipazione e della solidarietà.
Crediamo che solo una comunità che sa unirsi per difendere il bene comune difende se stessa da chi non ha come primo interesse il bene comune, ed è per questo che vi chiediamo di unirvi a noi nel dire no all’antenna nel centro storico e dire a questa amministrazione basta bugie.
È venuto il tempo di restituire a Coriano una vita e un dibattito politico serio, aperto, democratico.