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chi è il rapinatore seriale

Rapinava per acquistare cocaina. Il suo rifugio in un garage

In foto: Mattia Falso, capo della Mobile
Mattia Falso, capo della Mobile
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 2 set 2020 14:03 ~ ultimo agg. 21 nov 13:09
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Ha seminato il panico in città per 8 giorni, fino a ieri, quando dopo l’ennesima rapina gli uomini della Squadra mobile di Rimini lo hanno scovato in un garage condominiale nella zona della caserma Giulio Cesare e lo hanno arrestato. Il rapinatore seriale è un 35enne originario di Venezia, con precedenti per ricettazione e furto, senza fissa dimora, che girovagava a Rimini da qualche mese. Gli investigatori hanno scoperto che in città aveva anche una vecchia residenza. I soldi dei colpi servivano per acquistare la cocaina e soddisfare la sua dipendenza. E’ questo che avrebbe raccontato ai poliziotti al momento dell’arresto.

L’ultima rapina, quella compiuta ieri pomeriggio alla Tabaccheria Giorgetti di via Flaminia gli è stata fatale. Infatti, dopo aver minacciato il figlio del titolare con la pistola ed essersi fatto depositare in una busta verde 1.500 euro in contanti, è fuggito a piedi. Solo che questa volta l’esercente lo ha inseguito e lui non è riuscito a recuperare la sua bicicletta, di colore grigio e con il manubrio a “corna”. Gli uomini della Mobile, diretta dal commissario capo Mattia Falso, hanno avuto l’intuizione di organizzare un mirato servizio di osservazione dalle parti di via Fada, dove l’uomo era stato costretto ad abbandonare il mezzo. E quando ieri sera, intorno alle 21,15, è tornato a riprenderlo, i poliziotti l’hanno inseguito, due a piedi e altri due sulla Volante. Ma il 35enne, alto circa un metro e 80 centimetri, snello e soprattutto velocissimo, è riuscito a dileguarsi in bici.

Per poco, però, dato che trequarti d’ora più tardi i poliziotti della questura di Rimini lo hanno scovato all’interno di un garage condominiale in compagnia di un altro uomo, classe 1966, originario di Bologna, sul quale sono in corso accertamenti per capire se possa avere aiutato il rapinatore seriale a nascondersi. Quel garage era diventato il suo rifugio. Il 35enne veneziano, infatti, dormiva e viveva lì. Alla meglio, visto che non c’era neppure un materasso sul quale appoggiarsi e che sono state ritrovate persino delle bottigliette riempite di urina. E sempre lì è stata recuperata anche la bici, insieme alle due camice indossate in alcuni colpi. Addosso aveva ancora i bermuda di jeans e le scarpe Adidas riconosciute da tutti gli esercenti rapinati. Sempre in serata è stata ritrovata anche la pistola, una piccola scacciacani, gettata in un’aiuola lungo via Fada.

Cinque al momento i colpi che gli vengono contestati: quello del 25 agosto alla farmacia comunale 5 (bottino di 280 euro), quello del 26 al Forno Boromei di via Giuliani (bottino di 175 euro), quello del 27 alla farmacia comunale 3 (bottino di 390 euro), quello del 28 alla Conad di via Pintor (bottino di 3.100 euro) e l’ultimo, ieri, 1 settembre, alla Tabaccheria Giorgetti (bottino di 1.500 euro). Complessivamente più di 5mila euro sottratti in 8 giorni. Resta ancora da appurare se sia stato sempre lui, ieri pomeriggio, l’autore della tentata rapina in un salone da parrucchiera in via Pascoli, dove si era introdotto con lo stesso modus operandi, con il volto travisato da cappellino, occhiali da sole e mascherina chirurgica, impugnando la pistola e fuggendo in bici. In questo caso, però, il colpo non è riuscito perché la titolare del salone aveva opposto resistenza inducendolo a fuggire a mani vuote.