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Raccolti 686mila euro

Fondo per il Lavoro: Cna e Caritas insieme. Effetto covid sugli inserimenti

In foto: accordo Cna, Caritas per il Fondo per il Lavoro
accordo Cna, Caritas per il Fondo per il Lavoro
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mer 16 set 2020 14:24 ~ ultimo agg. 30 set 14:56
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In sei anni e mezzo il Fondo per il Lavoro, realizzato dalla Caritas diocesana di Rimini su richiesta della Diocesi, ha raccolto ed erogato 686mila euro. 110Mila sono stati donati proprio dalla Diocesi, 186mila arrivano da parrocchie e associazioni, 138mila da aziende del territorio 57mila dalle banche e 42mila dagli enti pubblici.

Queste risorse sono servite ad inserire nel mondo del lavoro 181 persone (il 60% italiani) in situazione di disagio economico (sono 800 complessivamente nella banca dati del fondo) in una delle 103 aziende convenzionate. 41 i contratti a tempo indeterminato. Il progetto prevede un contributo a fondo perduto pari al 15% del costo lordo del lavoratore per le imprese che assumono. Il contratto deve essere almeno di sei mesi e il contributo ha durata massima di un anno. Tra le 181 persone assunte, ci sono anche 15 over 55 mentre per incentivare i più giovani sono stati introdotti contributi per i tirocini di almeno sei mesi. In questo caso a fronte di 450 euro di retribuzione, il fondo integra con altri 300 a beneficio del tirocinante. I profili più ricercati dalle imprese sono quelli artigianali ma sono anche i più difficili da trovare, spiega il coordinatore Roberto Casadei Menghi specificando che nella maggior parte dei casi si tratta di impieghi di caratura medio-bassa. Negli ultimi mesi anche il fondo per il lavoro ha dovuto fare i conti con l’emergenza covid. “Abbiamo registrato – dice Roberto Casadei Menghi – un calo notevole nelle proposte di inserimenti lavoratovi: siamo passati da una trentina, concentrati di solito nei primi mesi, quest’anno siamo fermi a 11. I fondi però ci sono e stiamo cercando di coinvolgere il maggior numero di realtà possibili.
Proprio per dare nuova spinta al Fondo, nasce l’accordo sottoscritto con Cna che permetterà di valorizzare ancor di più l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro tramite anche la società di formazione Ecipar. Le imprese associate a Cna sono 3.700.

la nota stampa di Cna

L’obiettivo complessivo, a maggior ragione a cavallo di una congiuntura economica per certi versi drammatica, è quello di superare il concetto assistenzialistico promuovendo un sistema virtuoso ed educativo che miri al reinserimento sociale della persona con al centro la sua dignità. Il buon risultato di questo progetto dipende anche dal senso di responsabilità di tutti gli attori economici e sociali del territorio, dalla loro capacità e dallo sforzo comune di scambio continuo di contatti, informazioni, curricula, utile creare un vero e proprio network sociale.
Il lockdown ha picchiato duro sull’economia del territorio con conseguenze sull’occupazione di una stagione complicata: il dato legato alle assunzioni gestite dagli uffici di CNA nel periodo
aprile-agosto registra un calo di 198 unità, ovvero una riduzione oltre il 30% rispetto allo scorso anno. Difficoltà confermate dalla altissima
percentuale di ricorso agli ammortizzatori sociali: tra le aziende assistite da CNA il
71% ad aprile aveva attiva una domanda di ammortizzatore sociale, percentuale che a luglio scende al 19% ma ancora molto alta. Dati significativi che è facile immaginare
avranno un impatto sulla capacità di spesa delle famiglie e sulla tenuta della coesione sociale.
Un buon mese di agosto non basta,
l’economia del territorio dovrà fare i conti con il prossimo autunno su cui peseranno in modo determinante anche le politiche nazionali. Di qui l’avvicinamento tra CNA e Caritas, che ha come obiettivo quello di non lasciare nulla di intentato, valorizzando al massimo l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, servizio offerto da CNA attraverso Ecipar che, alla luce di questo accordo, si preoccuperà di segnalare alle proprie aziende l’opportunità fornita dal Fondo per il Lavoro, attingendo alla banca dati della Caritas.
Anche la formazione diventa determinante per agganciare occasioni occupazionali.
CNA-Ecipar nel 2019 ha erogato
2830 ore di formazione nei confronti di persone in cerca di lavoro, 250 disoccupati hanno svolto corsi professionalizzanti con 65 aziende del sistema CNA coinvolte attraverso stage formativi a cui si aggiungono i 44 tirocini del 2019 e i 19 in corso. Chi si trova senza lavoro spesso deve reinventarsi oppure semplicemente aggiornare le proprie competenze, per questo CNA-Ecipar incrocia domanda e offerta di lavoro con percorsi formativi per disoccupati. I profili interessati? Nel 2019 Operatore meccanico di sistemi con competenze digitali di
Industria 4.0, Operatore tecnico di Sistemi di Antintrusione, Operatore alle cure estetiche, Tecnico contabile e Analista programmatore. Un mondo della formazione professionale in continuo fermento con opportunità diffuse e su larga scala vista l’attivazione di 33 percorsi per acquisizione di competenze
di base (informatica e lingue straniere) per disoccupati oltre a
2 percorsi per avvio di impresa. Con una priorità: il coinvolgimento di quelle figure lasciate indietro dal mondo del lavoro, padri di famiglia, mamme, genitori separati, giovani disoccupati o precari senza un sostegno familiare, profili che ogni giorno Caritas segue e sostiene con la volontà, attraverso questa collaborazione con CNA Rimini, di reinserire nel mondo del lavoro.
Lo strumento operativo è il
Fondo per il Lavoro istituito dalla Caritas Diocesana di Rimini che prevede un contributo a fondo perduto a favore dell’azienda nella misura del 15% del costo lordo dipendente per un massimo di 12 mesi. Ad oggi complessivamente sono stati erogati 685 mila euro di somme a sostegno del reinserimento lavorativo, 42 mila euro già impegnati per contratti stipulati in scadenza. Sono 45 le persone che hanno firmato un contratto a tempo indeterminato ma tra tirocini, contratti a tempo determinato e indeterminato sono 181 gli occupati complessivi registrati, con 103 aziende coinvolte (tra queste 53 artigiane, industriali, servizi e produzione e 19 bar, ristoranti, alberghi).