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"Lo stile non va a pile"

Attacco ad Indino. Fratelli d'Italia si dissocia da Noi Riccionesi

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 1 ago 2020 16:30 ~ ultimo agg. 2 ago 09:21
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Un attacco che lascia basiti, esterrefatti. Così la segreteria di Riccione di Fratelli d’Italia bolla le dichiarazioni su Gianni Indino di Noi Riccionesi e Lista Tosi (vedi notizia). Una diatriba nata dalle polemiche sulla Settimana Rosa. “Un’accusa – si legge – rivolta a Indino a titolo personale, scrutando nei conti privati di un uomo che ricopre un incarico istituzionale.” “Come Fratelli d’Italia – prosegue la nota – ci dissociamo con vigore da queste valutazioni aggressive e inutili spese ai danni di Indino“. “Chiedere il rispetto della buona creanza e del galateo – continua la nota – a gente invidiosa che scaglia accuse in nome di uno stipendio è forse tempo sciupato“. “Purtroppo (o per fortuna) lo stile non va a pile” si legge.

La nota di Fratelli d’Italia

L’attacco che Noi Riccionesi ha sferrato ai danni di Indino lascia basiti, esterrefatti. Pare di sognare. Un’accusa rivolta a Indino a titolo personale, scrutando nei conti privati di un uomo che ricopre un incarico istituzionale e che quindi non si capisce perché venga criticato “perché sostenuto da…” o perché “percepisce 36000 euro l’anno” (ripetuto alla nausea da Noi Riccionesi senza scendere nel merito della questione Notte rosa).

Come Fratelli d’Italia ci dissociamo con vigore da queste valutazioni aggressive e inutili spese ai danni di Indino.

Purtroppo (o per fortuna) lo stile “non va a pile”. Chiedere il rispetto della buona creanza e del galateo a gente invidiosa che scaglia accuse in nome di uno stipendio è forse tempo sciupato. Forse tutto ciò non merita l’attenzione che richiederebbe, col suo scalpore mediatico in nome dell’accusa “ma lui guadagna 36000 euro!”.

Ci daranno dei pedagoghi, gente che cerca di raddrizzare le gambe ai cani. Può darsi.

Farebbero bene però quelli di Noi riccionesi a ricordare le parole di Rene’ Descartes: “l’invidia è il senso dell’uguaglianza mal ripartito”.

Ma si sa. Appena si va sinistra, l’uguaglianza diventa un dogma magico e accecante.