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I presidi della cultura

La cultura che riparte. Maroni (Biblioteca Gambalunga): chiudere è stato un trauma

In foto: Oriana maroni in Biblioteca
Oriana maroni in Biblioteca
di Maurizio Ceccarini   
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gio 25 giu 2020 16:34 ~ ultimo agg. 26 giu 12:07
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La cultura e la conoscenza sono chiavi fondamentali da cui ripartire, ancora di più alla luce dell’infodemia che si è diffusa negli ultimi mesi. E le biblioteche riminesi sono pronte a fare la loro parte. Anche se in realtà non si sono mai fermate, e nei mesi in cui le loro sale sono dovute restare chiuse hanno ripensato i loro servizi continuando a fare sistema lavorando su canali alternativi, in digitale ma non solo: alcune biblioteche della provincia hanno ad esempio attivato il prestito a domicilio, come a Santarcangelo e San Giovanni in Marignano.

Da qualche giorno ha riaperto al pubblico per i prestiti anche la Biblioteca Gambalunga di Rimini, la più grande e complessa del territorio: un riferimento importante per la città, con 25mila iscritti e 190mila accessi nel 2019, che ha dovuto chiudere a lungo le sue sale ma ha lavorato con i prestiti di e-book (aumentati del 104%) e incrementando l’attività sui social (56 post pubblicati quotidianamente per un totale di 349.330 contatti). Ora si conta di riaprire a breve, sempre in modo contingentato regolato, anche il servizio di consultazione e le sale studio.

L’intervista a Oriana Maroni, responsabile della Biblioteca Gambalunga di Rimini: