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"Più controllori che clienti"

Accesso al credito. A Rimini meno peggio che altrove ma tante difficoltà

In foto: Davide Cupioli
Davide Cupioli
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 19 mag 2020 13:40 ~ ultimo agg. 14:26
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Un’indagine di Confartigianato Imprese, condotta su scala regionale analizza l’utilizzo delle linee di credito previste per contrastare l’emergenza da coronavirus. Dal sondaggio emergono le criticità operative, in particolare nei volumi e tempistiche per la concessione del credito richiesto.

L’80% del campione (2700 imprese) ha inoltrato la domanda per l’accesso al credito. Per quanto riguarda la Provincia di Rimini, solo il 20% è stato soddisfatto, una percentuale comunque superiore rispetto ad altri territori visto che la media regionale è al 12%. Mediamente il 7% delle imprese ha rinunciato a portare a termine la pratica per via delle difficoltà incontrate.

A fianco di questa linea di credito l’analisi rileva anche il ‘finanziamento tramite bando’, rappresentato da un campione di circa 2.000 imprese interessate ad accedere a questa tipologia di credito il 56% ha concluso le pratiche per inoltrare la domanda. Rimini è al di sopra della media regionale (75%). Attualmente è stato erogato circa il 14% dei prestiti richiesti, con un valore medio di 95mila euro. Su scala regionale gli istituti di credito impiegano mediamente 30 giorni per erogare un prestito, a Rimini la media è di 16 giorni.

“Seppure i dati sul territorio riminese siano leggermente migliori della media regionalecommenta Davide Cupioli, Presidente di Confartigianato Imprese Riminic’è una permanente criticità nell’impianto immaginato dal Governo e che affida alle banche compiti e responsabilità. Se questo è complicatissimo da sopportare in una condizione di normalità, pur difficile come quella del pre Covid-19, oggi determina proprio la vita o la morte di un’impresa. Tutti a parole sono d’accordo, ma nella concretezza quotidiana le porte di accesso al credito restano pesantissime da aprire, per troppi è proprio impossibile. Abbiamo perso molte settimane di incasso e i costi crescono per adeguarsi alle regole. In negozio vediamo più controllori delle regole che clienti”.

“Il decreto liquidità è inutile se le banche non rispondonodice Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-RomagnaLa liquidità delle imprese e la loro capacità di fare investimenti per la ripartenza sono fondamentali. E’ sconcertante che anche a fronte di una garanzia che proviene dallo Stato, le banche continuino a giocare di sponda, trincerandosi dietro un merito creditizio che ora non può essere l’unico metro di valutazione. Accanto a ciò, e come conseguenza, è davvero ora di dare un taglio alle lentezze della burocrazia. Così non si può più andare avanti”