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Un incubo di due settimane

Prigioniera, violentata e minacciata nell'ex camping. Due indagati

In foto: repertorio
repertorio
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 21 apr 2020 12:09 ~ ultimo agg. 22 apr 12:13
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Sono accusati di avere ripetutamente minacciato, picchiato e abusato di una donna ucraina di 50 anni in uno degli stabili abbandonati da 20 anni nell’area dell’ex camping Carloni, a Viserbella, in via Bruschi, utilizzato come rifugio di fortuna da alcuni sbandati. Due rumeni di 52 e 36 anni sono indagati a piede libero a vario titolo per violenza sessuale, lesioni personali e minacce.

La donna, senza lavoro e senza un posto dove dormire, si era fidata di uno sconosciuto che l’aveva avvicinata nei pressi della stazione di Rimini offrendole un riparo ed una sistemazione per fare fronte comune alle limitazioni di questi giorni. Da qui è cominciato un incubo durato almeno due settimane, al termine delle quali la donna è riuscita a mettersi in contatto con un suo conoscente residente in Puglia che, a sua volta, ha contattato gli uomini del Commissariato di Polizia di Gallipoli. I poliziotti pugliesi non hanno perso tempo e hanno subito informato i colleghi riminesi.

E così nella notte tra sabato e domenica sono partite le ricerche da parte degli uomini delle Volanti. Gli agenti hanno attivato indagini tecniche sul cellulare della donna, dalle quali è emerso che il dispositivo in suo possesso agganciava una cella in zona Viserbella. Dopo aver battuto il territorio per oltre un’ora, i poliziotti sono riusciti ad individuare il punto esatto in cui si trovava la 50enne. Era un casolare abbandonato all’interno dell’ex camping che si estende su un’area di decine di migliaia di metri quadri. Fuori dallo stabile, senza elettricità, acqua corrente e riscaldamento, i poliziotti hanno notato quattro uomini intenti a scaldarsi e a bere davanti ad un fuoco. La donna, non appena si è accorta della presenza degli agenti, è uscita dal casolare gridando e chiedendo ripetutamente aiuto.

La successiva ricostruzione dei fatti ha permesso di attribuire precise responsabilità a due dei quattro uomini che bivaccavano fuori dal casolare. I responsabili sarebbero due rumeni, in italia senza fissa dimora e con precedenti per reati contro il patrimonio. La donna non ha avuto dubbi e ha indicato agli agenti chi aveva ripetutamente abusato di lei (il 52enne) e chi invece l’aveva selvaggiamente picchiata e minacciata addirittura con due accette, poi ritrovate all’interno del casolare e sequestrate (il 36enne). 

La vittima è stata portata in ospedale, dove i sanitari dell’Infermi hanno riscontrato la frattura di un dito, vari ecchimosi al volto, e lesioni all’anca e al braccia destro. La prognosi è stata di 30 giorni. Agli agenti ha raccontato di non essere scappata perché temeva conseguenze ancora peggiori. La donna, infatti, era terrorizzata dalla ferocia dei due rumeni, che l’avevano ripetutamente percossa e violentata. Per i suoi aguzzini, difesi dagli avvocati Andrea Muratori e Valentina Vulpinari, è scattata una denuncia a piede libero. La loro posizione è adesso al vaglio del sostituto procuratore Davide Ercolani, titolare delle indagini, oltre che dell’ufficio Immigrazione della questura per eventuali provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale.