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Piccole grandi storie di oggi

La solidarietà che gli scontrini non dicono

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
sab 4 apr 2020 15:02 ~ ultimo agg. 6 apr 12:14
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Nicola, in queste settimane in cui la sua attività professionale è ferma, un riccionese si è messo a servizio della comunità aiutando un supermercato nella consegna a domicilio. E raccogliendo diverse storie di umanità, solidarietà e speranza che pubblichiamo nel suo racconto.

. Nicola è anche intervenuto ai microfoni della trasmissione di Icaro Tempo Reale


Sono un tipo irrequieto, ho sempre voglia di fare… Il tempo del coronavirus proprio non mi si addice… Sono un consulente e la mia attività è totalmente ferma. Un po’ per non stare a casa ad annoiarmi e un po’ perché credo sia una cosa buona, ho deciso di dare una mano ad una mia cliente che ha aperto un supermercato l’anno scorso. Le ho proposto di fare un servizio di consegna gratuita a domicilio in modo tale che le persone stessero a casa.

È partita con tutta l’ingenua baldanza del caso ed è diventata una possibilità grande: nel giro di un mese abbiamo creato 14 posti di lavoro e il fatturato portato delle prenotazioni fatte per la consegna a domicilio è il 150% del fatturato del supermercato prima del coronavirus.

Attorno a questa circostanza, che potrebbe essere solo semplicemente il frutto di una capacità imprenditoriale, stanno succedendo fatti che mi hanno davvero colpito.

Sembra che, come mi diceva una amica di 85 anni oggi al telefono, questa aspra circostanza che siamo chiamati a vivere, faccia venire fuori tutto il desiderio di bene e tutto l’umano che c’è nelle persone e che normalmente rimane sopito.

Racconto alcuni fatti.

Due miei clienti, marito e moglie, che hanno aperto un ristorante proprio l’anno scorso, rischiano di fallire. La loro unica fonte di reddito è quel ristorante per lo più stagionale. Oltre a una montagna di debiti, hanno una figlia adolescente e un grande sconforto nel cuore. Adesso lavorano tutti e due per il supermercato.

Un altro fatto. Due giorni fa, in accordo con la titolare, ho preso un carrello della spesa, l’ho riempito di generi di prima necessità come pane, tonno, passata, olio, zucchero, farina, ecc… e l’ho messo davanti al supermercato con due cartelli. In uno c’è scritto: “Se hai qualcosa in più metti in questo carrello”. Nell’altro c’è scritto: “Se hai qualcosa in meno prendi da questo carrello”. Ho fatto una foto e l’ho messa su Facebook.

È impressionante quanta gente abbia messo e quanta gente abbia preso da quel carrello. Una signora, alla quale avevamo consegnato la spesa a domicilio e per errore avevamo battuto un pezzo di grana due volte, si era trovata un debito di sette euro in più nello scontrino. Nello spiegarle come avrebbe dovuto fare per avere il suo rimborso, lei mi ha detto: “Non voglio i 7 € indietro. Piuttosto ti chiedo di andare a comprare 7€ di alimenti e metterli nel carrello che avete voi lì fuori dal supermercato”. Lo aveva visto su Facebook.

Un altro fatto ancora. Quando ho letto l’ordine numero 1314 invece della lista della spesa ho trovato questo messaggio:

“Ho visto il vostro carrello, ma mi vergogno come un cane. Ho un contratto a chiamata ma l’hotel dove lavoro ha chiuso e ho dovuto pagare il funerale di mio padre due mesi fa e non ho potuto mettere nulla da parte…non voglio nulla in regalo ma se è possibile avere qualcosa da mangiare e lo pago più avanti… per me è un umiliazione anche perché mi conoscete, venivo sempre a fare la spesa da voi… sono solo, mi basta poco. Se potete aiutarmi, grazie e scusatemi.”

La titolare ha subito detto di fare un pacco con una serie di beni di prima necessità, di chiamarlo e dirgli di venire a prenderlo che per lui era gratis!

A causa della giornata di lavoro caotica e delle tante persone che sono venute a chiedere aiuto, pensavamo che non si fosse presentato, che fosse venuto senza rivelare la sua identità e che avesse già preso qualcosa dal carrello senza prendere niente di più. Allora ho deciso di chiamarlo ed ho scoperto che non c’era tra i bisognosi che avevamo già aiutato, ma che in realtà aveva tentato di venire al supermercato a piedi perché non ha la macchina (lui abita a 4 km dal supermercato) ma che era stato fermato dalla polizia e aveva rischiato anche di prendere una multa. L’ho detto alle commesse e loro hanno deciso di fare un pacco, mettendo 10 € a testa, e chiedendomi di portarglielo. Così ho fatto! Ho incontrato un uomo, ha circa quarant’anni, prendeva la disoccupazione, ma non ha ricevuto nulla in questi giorni e molto imbarazzato, mi ha detto: “Io di solito lavoro, ma tutto a un tratto mi sono trovato così, senza soldi…”

Ultimo fatto. Riceviamo tantissimi messaggi di ringraziamento per quello che facciamo. Una signora ci ha scritto: “Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla mia spesa, ma proprio TUTTI: da chi ha preso l’ordine a chi me l’ha consegnata direttamente a casa. Ringrazio chi ha scelto per me i prodotti alternativi in mancanza di disponibilità di quelli richiesti e chi ha così accuratamente e perfettamente scelto, affettato e confezionato sottovuoto i salumi (desideravo tanto il prosciutto crudo….) e chi ha preparato accuratamente la busta con il resto, e chi ha pensato in anticipo di organizzare in maniera così preventiva ed efficiente anche questa ultima fase dell’intera operazione. Grazie perché anche grazie a tutti voi posso stare a casa. Grazie a tutti, che Dio benedica voi e le vostre famiglie!”

La cosa che mi colpisce è che il coronavirus non può nulla nei confronti della vastità del mio desiderio. Io lo gioco in questa maniera scomposta. Mio fratello, che ha preso il virus in ospedale perché è un chirurgo, lo gioca in un altro modo. Risponde in un altro modo, cioè stando a casa e cercando di guarire… non è chiesta a tutti la stessa cosa ma il cuore di tutti desidera la stessa cosa. Poter vedere la Resurrezione anche dove sembra non esserci speranza!

La mia amica di 85 anni che mi ha chiamato l’altro pomeriggio (non la sentivo da 15 anni) era alla 67° telefonata che faceva. Questo era il suo modo di collaborare! Quando mi ha chiamato le ho raccontato questi fatti. Lei mi ha detto: “Guarda che quello che ti sta succedendo è la Resurrezione. Il tuo desiderio di bene, il tuo desiderio di collaborare, sono a testimonianza del fatto che Cristo è Risorto. Accade in te!”

Mi sono letteralmente messo a piangere al telefono con questa vecchietta perché quello che lei mi diceva era la verità della mia esperienza!

“Non nobis Domine, non nobis,

sed nomini Tuo da gloriam”

Nicola