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Mille posti in Regione

Contagi in famiglia o situazioni a rischio. La campagna "Quarantena sicura"

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 17 apr 2020 19:37 ~ ultimo agg. 21:40
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L’assessorato regionale alle Politiche per la Salute ha inviato una nota inviata dalla Direzione generale ad Aziende sanitarie, Dipartimenti di sanità pubblica e Conferenze territoriali sociosanitarie di tutta l’Emilia-Romagna i provvedimenti da adottare per consentire l’isolamento di persone che non hanno un domicilio adeguato o che vivono in strutture dove tale isolamento non può essere garantito in totale sicurezza.

Sono 1.006 i posti disponibili, da Piacenza a Rimini, per offrire a queste persone una collocazione alternativa in cui trascorrere la quarantena o il periodo necessario alla completa guarigione sancita al doppio tampone negativo. Si tratta di alberghi, soprattutto, ma anche posti disponibili in strutture private e case protette dedicate esclusivamente a pazienti covid-positivi, Ospedali di comunità: una disponibilità che la Regione ha ottenuto dal confronto con Comuni, sindacati, gestori di strutture.

E’ emersa la necessità di intervenire con più incisività in particolare su due ambiti: quello delle persone che abitano con conviventi in quarantena a domicilio perché positivi al Coronavirus, e quello delle strutture residenziali sociosanitarie per anziani e disabili, dove in alcuni casi si è riscontrata la difficoltà a garantire un isolamento adeguato.

Dall’analisi dei dati regionali da inizio epidemia è emerso che, per quanto riguarda le persone positive a Covid-19 che abitano con conviventi in quarantena a domicilio, i contagi rappresentano in media l’11,4% di quelli totali. Una percentuale che si alza al 18% considerando invece i dati dal primo aprile ad oggi; dato che dimostra come, nonostante una riduzione del numero dei contagi, la componente relativa a questa tipologia risulti sempre più rilevante. Nel caso delle strutture residenziali sociosanitarie, la componente di contagi rilevata rappresenta il 7% di quelli avvenuti dall’inizio dell’epidemia. Anche in questo caso, nel periodo compreso fra il primo di aprile e oggi l’incidenza sul totale è aumentata, raggiungendo il 15%.

Il problema della quarantena – spiega la nota inviata ai territori – si pone se il domicilio è inadeguato a causa, ad esempio, dell’assenza di un bagno e/o camera separata da riservare a ciascuna persona posta in isolamento, oppure della presenza di numerose persone che ci vivono (più di 3, salvo abitazioni molto spaziose e confortevoli), oppure anche in presenza di condizioni igienico-sanitarie precarie.

Altra situazione per cui occorre scegliere una situazione alternativa, è quella in cui la persona non offre garanzie di affidabilità rispetto alla capacità – o volontà – di mettere in atto e rispettare le indicazioni per la corretta realizzazione dell’isolamento. Oppure, ancora, se si è in presenza di un nucleo familiare all’interno del quale ci sono uno o più soggetti, anche se negativi, non in grado di garantire il rispetto delle misure di quarantena.

Ai pazienti positivi che non necessitano di ricovero sarà proposto di trascorrere la quarantena in alberghi riservati. Chi non vorrà accettare questa indicazione, dovrà firmare una dichiarazione in cui formalizza il rifiuto. Per quanto riguarda l’altra realtà su cui si concentra l’attenzione della Regione, le strutture residenziali sociosanitarie, sono previste diverse opzioni.

Nei casi in cui l’isolamento interno non possa essere garantito, in collaborazione con i gestori, le Aziende sanitarie dovranno individuare collocazioni alternative da definire sulla base del numero dei soggetti da trasferire e della loro tipologia (negativi, positivi, paucisintomatici). In particolare, per i pazienti positivi attualmente degenti nelle Cra si profilano tre percorsi: il trasferimento presso Cra esclusivamente dedicate a pazienti affetti da Covid 19; ricovero presso strutture sanitarie private convenzionate con il Servizio sanitario regionale della rete Aiop, come già avvenuto in casi critici; la permanenza nella stessa Cra, purché al suo interno vi sia la possibilità di garantire l’assoluto isolamento dei pazienti Covid rispetto agli altri degenti e l’impiego di personale dedicato solo al reparto isolato.