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"Si rischia ritorno a numeri 1978"

Turismo. Bondoni (PD): Salvare l'esistente, poi ripensare gli schemi

In foto: la Bondoni e Zingaretti (da FB)
la Bondoni e Zingaretti (da FB)
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
dom 29 mar 2020 18:34 ~ ultimo agg. 30 mar 12:40
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Da Marcella Bondoni, responsabile per il turismo del PD provinciale, una serie di riflessioni sulle necessità attuali del turismo e sui possibili scenari di ripartenza quando l’emergenza sarà passata. La Bondoni fa riferimento anche all’intervento di ieri dal consigliere riminese del PD Juri Magrini (vedi notizia) dando una lettura diversa della situazione. Che, ricorda, rischia di riportare la Riviera ai numeri del 1978.


Viviamo in nuova straniante quotidianità. È un dato di fatto. Non siamo più quelli di due mesi fa.

Il Sindaco di Rimini giustamente lancia l’iniziativa “Futuro in remoto”. È chiaro come dice, che dopo l’emergenza tutto cambierà molto. E per questo motivo sta già ripensando al nuovo disegno del piano Strategico di Rimini. È questo lo spirito da adottare per una ripartenza, questa la chiave di lettura.

Siamo insieme ma al contempo soli. Alla fine di tutto avremmo nuove povertà, diverse fragilità e un paese da riscostruire. Ora il punto fondamentale è pensare a salvare in primis il sistema, e poi con pazienza ricostruire. Non è il momento dei proclami e delle grandi soluzioni, si deve cominciare dall’esistente e assicurare un futuro a tutti. Il turismo è ovviamente il settore economico più importante e colpito della nostra Provincia e su quello vorrei fare, dopo aver letto le dichiarazioni del consigliere Magrini, alcune brevi riflessioni.

Il comparto vive una delle fasi più buie dal dopoguerra, lo studio di Teamwork apparso qualche giorno fa ci dice che nelle destinazioni mare, se il lockdown terminerà il 15 aprile, si prevede, nel periodo che va da aprile a dicembre, una riduzione delle presenze del 43%; se terminerà a fine mese il calo potrebbe essere del 49%; nell’ipotesi 15 maggio la riduzione diventerebbe maggiore fino ad arrivare al 54%. L’indagine prende in esame anche gli altri settori del settore (business, città d’arte, montagna, laghi). Per il turismo business (e Rimini vi è pure coinvolta) i cali di presenze previsti vanno dal 39% al 50%. Lo studio evidenzia, e questo è il dato più preoccupante, che gli scenari descritti porterebbero il sistema alberghiero italiano sui livelli di domanda della fine degli anni ‘70. Il 2020 farebbe gli stessi numeri del 1978.

Questa situazione inedita merita ovviamente di essere gestita, guidata, non certo partendo dalla riduzione del numero delle strutture ricettive, non è questo il momento. Il tema, che da anni si procrastina non è oggi all’ordine del giorno. Di cosa stiamo parlando?

Ci troviamo di fronte ad uno scenario da ‘Deserto dei Tartari’ per citare il noto romanzo di Buzzati e come il protagonista Drogo assetato di gloria e battaglie qualche esponente politico teorizza soluzioni valide su vecchi scenari, sventolando soluzioni taumaturgiche mentre la vita attorno si consuma e il mondo cambia.

Non è così, io penso che oggi, il tema da affrontare sia la salvaguardia del settore e dell’indotto a livello imprenditoriale e lavorativo. Bene la manovra del governo attraverso il Cura Italia che permette l’attivazione di ammortizzatori sociali per i lavoratori stagionali, altrettanto importante la manovra sulla tassazione. Non è sufficiente ma è un primo punto. Certo che sono necessarie altre risorse come richiesto da tutti così come, aggiungo io, una riduzione della burocrazia per potervi accedere che oggi è troppo complicata.

I bonus vacanza che qualche giorno fa ha anticipato il nostro Assessore Regionale sono fondamentali così come la campagna di comunicazione preparata, per il rilancio delle destinazioni al termine dell’emergenza.

E’ ovvio che una volta stabilita la normalità si può pensare in grande, ma oggi, il tema vero è la sopravvivenza e la ripartenza. Chi riveste un ruolo istituzionale quindi dovrebbe provvedere immantinente a porre sul tavolo soluzioni per salvare l’esistente invece di intessere un programma, seppur lungimirante per carità, che è disegnato su un quadro pre-virus.