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In un anno calo del 2,2%

Sempre più negozi chiusi. Confesercenti: evitare nuovi centri commerciali

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 7 gen 2020 15:49 ~ ultimo agg. 8 gen 13:06
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In provincia di Rimini, i dati sono della Camera di Commercio, le imprese al dettaglio al 31 ottobre 2019 erano 4.961, con un calo del 2.2 % rispetto all’anno precedente. Una lenta moria per una realtà economica fondamentale che dà identità al territorio, produce reddito locale e occupazione. Per cercare di mettere un freno alla chiusure la Confesercenti provinciale chiede, per voce del suo presidente Fabrizio Vagnini, interventi mirati; in primis sulla tassazioneche deve essere semplificata e ridotta da subito“.

Altro problema la viabilità per raggiungere i negozi “I centri storici poi sono sempre più “blindati”: siamo pienamente d’accordo con la pedonalizzazione, ma di pari passo ci vogliono anche i parcheggi, o le attività soffrono anche la non raggiungibilità. È poi necessaria una moratoria sui centri commerciali, affinché non se ne costruiscano di nuovi.

Altro aspetto fondamentale è la concorrenza delle vendite on line. “Nessuno la vuole impedire – dice Vagnini – ma sicuramente va fatta con una regolamentazione. Non ci può essere da una parte il negozio fisico soggetto a una pesante tassazione, con l’obbligo da gennaio del registratore di cassa collegato direttamente all’Agenzia delle entrate, e dall’altra parte il vuoto legislativo e una tassazione minima. Questo è grave, è una lotta impari. Chi compra, a parità di prodotto ovviamente sceglie il costo minore, ma dietro al prodotto che costa meno c’è una concorrenza sleale sulla quale è necessario intervenire immediatamente. I colossi del web nel 2018 in Italia, a fronte di 24miliardi di ricavi, hanno pagato solo 64 milioni di tasse. Legato alle vendite on line c’è poi un aumento a dismisura degli imballaggi per la spedizione, con un conseguente incremento di rifiuti.

Si sta andando poi verso le transazioni con moneta elettronica. “Dal governo si era paventa l’ipotesi di abbassare i costi bancari o di recuperarli, invece è rimasto tutto come prima, penalizzando i commercianti con costi alti”.

È stata tolta infine la cedolare secca per gli affitti, che non è stata rifinanziata, con la quale il proprietario dell’immobile pagava il 20 per cento di tassazione. “Se si poteva sperare di imboccare la strada per l’abbassamento degli affitti, ora è perciò ancora più complicato“.