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I dati aggiornati

Vaccini. Rimini rimonta ma resta ultima in Regione per copertura

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 25 ott 2019 15:32 ~ ultimo agg. 26 ott 12:02
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Ci sono province, come Ravenna, che oltrepassano abbondantemente il 98% per tutte le vaccinazioni obbligatorie e altre come Rimini, tradizionalmente con basse coperture, che recuperano sensibilmente. Questo emerge dai dati sulle coperture vaccinali aggiornati ai primi sei mesi dell’anno. Mediamente l’Emilia Romagna si attesta al 97% per le vaccinazioni rese obbligatorie dalla legge regionale (difterite, tetano, poliomielite ed epatite B) per la frequenza al nido. La provincia riminese resta poco sotto al 95%,la soglia raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità per garantire la cosiddetta “immunità di gregge”.

Nel dettaglio: per quanto riguarda la Polio Rimini passa dal 92,3% di copertura del 31 dicembre 2018 al 94,8% del 30 giugno; per la Difterite dal 92,3 al 94,8%; per il Tetano dal 92,4 al 94,8; per l’Hebpb pediatrico dal 92,2 al 94,6%; per la Pertosse dal 92,3 al 94,7; per l’Hib dal 91,9 al 94,3%; per lo Pneumococco dal 90,7 al 92,3%; per Morbillo, Parotite, Rosolia dall’88,3 al 93,4%; per il Meningococco C dall’86,3 all’88,9.

La Regione ha deciso di fare un ulteriore passo avanti, rendendo gratuita la vaccinazione contro il meningococco di tipo B (non obbligatoria, ma raccomandata) anche per i bambini nati nel 2014, 2015 e 2016, cioè quelli in età da scuola materna. Per i nati dal 2017 in avanti era già stata introdotto la gratuità.

Questi numeri – commentano il presidente della Regione Bonaccini e l’assessore alla sanità Venturidimostrano come nella stragrande maggioranza dei casi i genitori abbiano capito il senso della nostra battaglia, che l’Emilia-Romagna ha condotto per prima con uno solo scopo, quello di tutelare la salute pubblica e soprattutto dei bambini più deboli. È indubbio infatti che la legge con cui, a novembre 2016, rendemmo obbligatorie le vaccinazioni per l’iscrizione ai nidi, abbia fatto da traino, dandoci la possibilità di avere più tempo per organizzare, spiegare, fare sì che tutto funzionasse”. “Partendo in netto anticipo rispetto alle altre regioni – proseguono – , abbiamo avuto modo di sensibilizzare i cittadini, con i risultati che oggi vediamo e di cui la nostra comunità, a partire dai più piccoli, può beneficiare. Questo era il senso della nostra legge, che come abbiamo sempre detto non era fatta per escludere, ma per includere e proteggere i più fragili.