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Spiagge in bilico

Proroga concessioni. Gnassi: troppe incognite ancora, serve percorso certo

In foto: il sindaco Gnassi (Newsrimini)
il sindaco Gnassi (Newsrimini)
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 11 ott 2019 14:37 ~ ultimo agg. 13 ott 08:44
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La priorità delle associazioni dei balneari è l’uscita dalla Bolkestein, tanto che lo chiedono in un documento unitario firmato in Fiera a Rimini nella consueta assemblea che si tiene al Sun. Niente spiagge all’asta insomma. Presente anche l’ex ministro al turismo Centinaio che è tornato a chiedere ai comuni di adottare la “sua” legge, quella che proroga le concessioni ai bagnini fino al 2033. In provincia lo hanno fatto ad esempio Riccione e Misano, ma non Rimini. Dal canto suo l’assessore regionale Corsini si è detto convinto che la via maestra per salvare le imprese balneari sia l’uscita dalla Bolkestein e ha invitato i comuni a rilasciare le concessioni quindicennali. Ma non è così semplice, commenta il sindaco Gnassi, soprattutto se si vogliono dare certezze agli operatori che investono. Il primo cittadino ricorda che sono ancora pochi i comuni che hanno concesso la proroga perché mancano “garanzie e percorsi amministrativi certi”. Non sarebbe sufficiente apporre un timbro per garantire la proroga. Lo precisa una relazione del Ministero delle Finanze del mese di settembre 2019, citata da Gnassi, nella quale si richiama la necessità che la proroga o il rinnovo della concessione avvenga attraverso l’adozione di un atto formale di proroga. Il problema, evidenzia il sindaco di Rimini, è che quale sia la procedura da seguire ancora lo Stato italiano non lo ha chiarito. Inoltre il MEF spiega anche che l’atto deve essere poi inviato alla Corte dei Conti per tutte le verifiche del caso. “A complicare tutto – aggiunge Gnassi – ci sono le sentenze della Corte Europea e dei tribunali di ogni livello e grado che mettono in forte dubbio la liceità delle proroghe”. Anci e comune di Rimini hanno chiesto al Governo di chiarire formalmente la procedura da adottare “per rimanere dentro un percorso garantito e a prova di bomba, sia per gli operatori che per l’Ente” dice il sindaco chiamando in causa anche la Regione perché “si faccia parte in causa con noi verso il governo per mettere nelle condizioni giuridiche e amministrative tali affinché i comuni possano procedere”.
Quando arriverà la risposta – conclude Gnassi –, Rimini e le altre centinaia di Comuni non avranno alcun problema ad affrontare e ad adottare la soluzione migliore che tuteli operatori e comunità”.