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Nella festa dell'Assunta

A Saiano inaugurata la torre in cui lasciare parlare lo Spirito

In foto: la benedizione della Torre (Marco Fantini)
la benedizione della Torre (Marco Fantini)
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 16 ago 2019 13:58 ~ ultimo agg. 17 ago 12:36
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Da ognuna delle piccole finestre si vede il verde della vallata, ogni dettaglio racconta bellezza, dice le mani sapienti di chi lo ha pensato e costruito. Per la Torre del Santuario di Saiano, ieri, nel giorno della festa dell’Assunta, è iniziata una nuova vita. Dopo il lungo restauro, partito nel 2008, negli ultimi mesi i lavori hanno avuto un’importante accelerazione per completare anche l’interno.

 

A benedire il nuovo luogo di preghiera e meditazione il vescovo Francesco particolarmente legato al santuario. Alle 8.30 la messa cui è seguita l’inaugurazione. “In questo luogo – ha detto Monsignor Lambiasiaccadono miracoli, non tanto quelli fisici, ma quelli più difficili. Qui un ragazzo di 35 anni ha trascorso una settimana in preghiera al termine della quale ha deciso di dedicare la sua vita ad un ospedale africano (il riferimento al medico missionario riminese Massimo Migani). Sogno che questo sia un luogo di cristiani per amore”.

Presenti anche il sindaco di Poggio Torriana Ronny Raggini , il vicesindaco Franco Antonini, Antonio Polselli, in rappresentanza della Fondazione Carim e i progettisti: “Mi ha dato tanto lavorare su questa torre – spiega l’architetto Silvia Fabbriè un luogo magico, pieno di cultura, di storia e di spiritualità“. “Anche le scelte che abbiamo fatto per l’interno – aggiungono gli architetti Nadia Sebastiani ed Andrea Brici – sono pensate per essere semplici ed essenziali, per non disturbare, ma aiutare la meditazione e la preghiera. I materiali sono naturali e tutto è stato compiuto anche con un’attenzione etica ai costi, ma cercando di trasmettere bellezza“.

Ma la festa, come da tradizione ogni 15 agosto, era partita molto prima con 300 pellegrini che alle 6,30 avevano percorso la strada dal vecchio mulino fino al santuario, per la messa e la colazione insieme sul piazzale.

La torre, benché piccola, ha tutto ciò che occorre e tutto è curato con amore: a piano terra l’angolo cottura, al primo piano la zona notte e all’ultimo piano si pensa ad un luogo più vocato alla preghiera. Di fianco all’ingresso della torre è stata posta una targa in grato ricordo di Luciano Chicchi.

Su che cosa diventerà la torre il rettore del Santuario don Osvaldo Caldari spiega: “Ora ci affidiamo al Signore. Noi abbiamo portato a termine il restauro, ora sarà Lui ad ispirarci l’uso. Potrebbe essere un luogo in cui le persone, penso in particolare ai nostri preti, possano trascorrere alcuni giorni di ristoro e preghiera, ma penso anche ad accoglienze più lunghe, perchè possa esserci oltra a me qualcuno con cui allargare la comunità. Queste sono intuizioni, il Signore ci indicherà la strada“.

 

Il racconto della giornata nelle fotografie di Marco Fantini