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A Riccione

Fingono di essere stati derubati, titolari di negozio di frutta arrestati

In foto: il comandante dei carabinieri di Riccione Marco Califano
il comandante dei carabinieri di Riccione  Marco Califano
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 6 lug 2019 14:40 ~ ultimo agg. 17:26
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Non solo hanno finto di essere stati derubati incolpando un innocente, ma lo hanno anche minacciato, picchiato e rapinato del cellulare. Questa mattina i carabinieri di Riccione hanno eseguito due misure cautelari ai domiciliari, emesse dal gip Vinicio Cantarini, nei confronti di due fratelli calabresi di 28 e 30 anni, residenti da anni a Riccione, dove possiedono un negozio di frutta e verdura. Per entrambi le accuse sono di simulazione di reato, rapina, lesioni personali e minacce in concorso.

I fatti risalgono ad un mese e mezzo fa, quando al 112 arriva la richiesta di intervento da parte di uno dei due titolari. Quando i militari arrivano nel negozio di frutta e verdura, i fratelli raccontano di essere stati derubati da un giovane riccionese che sarebbe fuggito con 120 euro prelevati dal registratore di cassa. Durante la denuncia sporta in caserma, però, i fratelli cambiano versione affermando che a sparire non sono stati i contanti, ma della frutta rubata sempre dal giovane. I carabinieri, insospettiti, decidono di approfondire l’accaduto. Iniziano ad indagare e scoprono che un 26enne riccionese aveva da poco sporto denuncia proprio contro i due fratelli, accusandoli di averlo picchiato e minacciato. 

I carabinieri del Nucleo operativo di Riccione, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, hanno ricostruito la vicenda nei minimi dettagli scoprendo che il 26enne, l’autore del presunto furto, era il figlio di una ex dipendente del negozio alla quale i due fratelli calabresi non avevano corrisposto due mensilità. La donna li aveva portati in tribunale e vinto la causa. Il giudice aveva così disposto il pignoramento del camion ortofrutticolo, che nel frattempo i titolari del negozio avevano fatto sparire per qualche settimana. E il figlio della ex dipendente, quindi, il giorno del finto furto si era recato davanti al negozio di frutta e verdura per immortalare con lo smartphone la presenza del veicolo. 

I fratelli calabresi lo avevano notato e, dopo averlo spintonato e minacciato con un coltello puntato alla gola, gli avevano strappato dalle mani il cellulare prima di prenderlo a calci e pugni. Il giovane era stato persino inseguito per 5-600 metri sulla statale. Infine l’avvertimento: “D’ora in poi fatti gli affari tuoi, altrimenti tu e tua madre rischiate grosso”, questo il senso della minaccia. A supportare la ricostruzione dei militari anche le immagini di videosorveglianza delle vicine attività, che hanno immortalato parte dell’aggressione. Poi confermata anche dai medici del pronto soccorso di Riccione, che avevano giudicato guaribili in 5 giorni le ferite riportate dal 26enne.