Indietro
menu
Consiglio comunale aperto

Il futuro della Palariccione. La minoranza chiede chiarezza

In foto: il Palariccione
il Palariccione
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 13 giu 2019 10:27 ~ ultimo agg. 10:56
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Con un ordine del giorno firmato Andrea Delbianco, Carlo Conti e Sabrina Vescovi, rispettivamente capigruppo di Movimento5Stelle, Patto Civico e Partito Democratico la minoranza avrebbe voluto interrogare la giunta e consiglio sul futuro della società Palariccione, questa sera alle 20 al centro di un consiglio comunale aperto (in diretta su radio Icaro). Ma l’odg non è stato ammesso tra quelli in discussione questa sera. “Una chiara decisione politica – commentano i tre invitando la cittadinanza a partecipare al dibattito di questa sera – Ma la maggioranza non potrà sottrarsi al dibattito pubblico. Ed al giudizio dei cittadini“.

Nell’Odg venivano riepilogate le vicende degli ultimi mesi e in particolare il cambio di rotta sull’alienazione della società  oggi “considerata rilevante ai fini della promozione socio-economica della città e quindi tipicamente di interesse “generale/pubblico” e non “particolare/privato”“. Buone notizie anche dal bilancio 2018, con un valore che quasi raddoppia rispetto a qualche anno fa. e dalle presenze, 86mila nel 2018  “una linfa vitale importantissima, soprattutto nei periodi di medio/bassa stagione“.

Da qui le domande che i tre capigruppo ponevano: La New Palariccione resterà di proprietà o l’amministrazione tornerà a valutarne la vendita? E ancora quali sono le sinergie tra comune e società, il ruolo di Riccione Congressi, in caso di cessione della quota di maggioranza e come tutelare la funzionalità e la destinazione congressuale?

Siamo fermamente convinti – affermano – che questa attività debba rimanere saldamente in mano al pubblico per ragioni di opportunità economica ed anche strategica e non possiamo lasciare che il frutto di una possibile “mala gestio” da parte del privato privi magari per anni la città di questa infrastruttura, arrecando un danno in termini di ricaduta economica ed anche di decoro pubblico”.

Infine le richieste: svolgere uno studio di valutazione dell’impatto sull’indotto economico e presentarlo a consiglio e cittadinanza, impegnare il consiglio comunale ad approvare le linee di sviluppo strategico e confermare la decisione, assunta dal consiglio comunale di novembre, di non vendere la quota di maggioranza della società.