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Il piano faunistico regionale

Animali selvatici, troppi incidenti. La ricetta del nuovo Piano Faunistico

In foto: cinghiali
cinghiali
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 14 gen 2019 17:01 ~ ultimo agg. 17:28
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Predisposto dalla Regione il nuovo piano faunistico che resterà in vigore fino al 2023. Nuovi rimedi per ridurre gli incidenti stradali causati da cinghiali e altri animali selvatici.

Dal 2012 al 2017 in provincia di Rimini si sono registrati 526 incidenti stradali con animali di grossa taglia. In totale in Regione sono stati ben 4.700. E’ quanto emerge dai dati dei Centri di recupero animali Selvatici. L’86,7% degli incidenti vede coinvolti i caprioli mentre l’8,4% è causato dai cinghiali, ma le segnalazioni sono in aumento. Giusto una settimana un automobilista si è trovato la strada sbarrata da un cinghiale a San Clemente e l’impatto, pur senza gravi conseguenze, è stato inevitabile. Il nuovo piano faunistico predisposto dall’Emilia Romagna corre però ai ripari, forte anche dei buoni risultati della sperimentazione che nel 2014 ha toccato anche il comune di Castelelci nel riminese.
La sperimentazione che ha previsto l’uso di un mix di apparecchiature piazzate in tratti stradali limitati scelti tra i più pericolosi dal punto di vista della presenza di fauna selvatica, ha messo a confronto l’efficacia di diversi strumenti di prevenzione tra cui sensori elettronici in grado di propagare stimoli acustici all’avvicinarsi di un ungulato selvatico; dissuasori elettronici capaci di emettere stimoli visivi e acustici di disturbo degli animali che si attivano con le luci dei fari; dispositivi ad ultrasuoni che li tiene lontani. Tutte queste apparecchiature sono accompagnate da cartelli verticali informativi che avvisano l’automobilista di passaggio, dell’inizio di un tratto a rischio collisione.

Il Piano, varato lo scorso novembre, sostituisce i nove piani faunistici-venatori provinciali ed è valido fino al 2023 su tutto il territorio emiliano-romagnolo.
Approvato anche dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) competente in materia di tutela della fauna selvatica, è il frutto di un’ampia consultazione con tutte le categorie interessate: cacciatori, agricoltori e ambientalisti ed è lo strumento principale dell’ente per una razionale pianificazione e programmazione territoriale di settore. Obiettivi principali sono la tutela della biodiversità di tutte le specie e dell’equilibrio ambientale, la disciplina dell’attività venatoria, insieme alla salvaguardia delle attività agricole e alla riduzione del rischio sulle strade causato dalla presenza della fauna selvatica.