A processo per furto di una bicicletta: dopo tre anni, viene assolto
E’ durato tre anni il calvario giudiziario di un ragazzo riminese, residente a San Marino, accusato da un 40enne senegalese di aver rubato la sua bici elettrica. Che l’extracomunitario aveva riconosciuto dal nome apposto con un pennarello sul copertone. L’imputato, difeso dall’avvocato Luigi Delli Paoli, rischiava 6 mesi di reclusione. Invece, al termine del processo, il riminese, che si era sempre professato innocente e aveva collaborato fin da subito con gli inquirenti, dimostrando di possedere non solo le chiavi del mezzo ma anche il carica batteria in dotazione, è stato assolto con formula piena dal giudice monocratico Antonio Pelusi.
Durante il dibattimento, le accuse del senegalese si sono rivelate confuse e contraddittorie. Non solo lo straniero aveva denunciato il furto con un ritardo sospetto (quasi un anno dopo) ma, sentito in aula, aveva cambiato la versione iniziale sostenendo di aver lasciato la bici aperta (e non chiusa con una catena come dichiarato in un primo momento) e con le chiavi inserite. Ora che l’imputato è stato assolto, il 40enne rischia una denuncia per calunnia.