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Cultura Rimini

Torna il festival Voci dell'anima. Allarme sui finanziamenti regionali: "Arrivano sempre più tardi"

In foto: La conferenza stampa di presentazione del Festival
La conferenza stampa di presentazione del Festival
di Serena Saporito   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 26 set 2018 14:39 ~ ultimo agg. 14:43
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La Regione assegna fondi per innovazioni tecniche, ristrutturazioni e messe a norma di tre teatri in provincia di Rimini. Di finanziamenti regionali per la cultura si è parlato anche alla presentazione, questa mattina, della nuova edizione del Festival Voci dell’anima. Gli organizzatori hanno richiamato l’attenzione sul problema dell’assegnazione effettiva dei finanziamenti regionali: con tempi lunghi, tanto da mettere in difficoltà il mondo delle associazioni che si occupano di cultura.

Dal 29 settembre al 4 ottobre torna al teatro degli Atti di Rimini il Festival Voci dell’anima, dedicato a teatro e danza. La presentazione di questa edizione, dal titolo Asini D’Amore, si è aperta richiamando l’attenzione su un problema che non è solo del Festival: l’arrivo dei finanziamenti regionali con tempi lunghi, che mettono in difficoltà il mondo delle associazioni che si occupano di cultura. La speranza perchè il Festival sopravviva, dicono gli organizzatori, è che col nuovo programma triennale dei finanziamenti cambi qualcosa.

Intanto, proprio oggi la Regione dà notizia di 5 milioni e 600 mila euro per innovazioni tecniche, ristrutturazioni e messe a norma di 35 sedi di spettacolo in tutta la regione. A Rimini tre progetti saranno finanziati, per quasi 250 mila euro: si tratta del Teatro Sociale di Novafeltria, del Malatesta di Montefiore Conca e del Lavatoio di Santarcangelo. L’annuncio viene dall’assessore alla Cultura Mezzetti, che parlando di questi interventi, per migliorare l’accoglienza del pubblico, sottolinea anche l’impegno della Regione “nel cercare di qualificare le produzioni e l’offerta culturale”.

Ma torniamo al Festival. “Abbiamo dato a questa edizione il titolo Asini d’amore perchè come gli asini siamo caparbi. Dalle nostre idee non ci muoviamo, ma aspettiamo le carezze del nostro padrone: il pubblico” spiega Maurizio Argàn, direttore artistico del festival, insieme al giornalista e scrittore Alessandro Carli.

Testardi, come gli asini, insomma, ma ancora e sempre innamorati del teatro, e con la voglia di avvicinare il pubblico alle produzioni sperimentali. Ma il festival di teatro e danza, diventato ormai maggiorenne, per l’edizione dei 18 anni guarda al futuro e si ripensa. Non è detto che la formula dell’evento, come lo si vedrà quest’anno, dal 29 settembre al 4 ottobre al teatro degli Atti, in futuro esista ancora. Da festival potrebbe infatti divenire semplice vetrina per le compagnie, abbassando le spese (attualmente è previsto anche un premio per la compagnia vincitrice). Perchè se la passione del gruppo di Argàn è quella di sempre, l’eterno cruccio sono i finanziamenti, che dalla Regione, dicono, arrivano con tempi sempre più lunghi.

“Così è impossibile lavorare. Non solo organizzare il festival, ma tutte le altre attività. Dobbiamo avere ancora i finanziamenti per l’anno passato” sottolinea Argàn.

A fine anno scadrà il programma triennale dell’attuale legge regionale sulla cultura. Aspettando un cambio di passo, il festival quest’anno presenta un ricco calendario: 13 spettacoli per sei serate, due a sera con lo stesso biglietto a partire dalle 21, più un pre-spettacolo nel foyer, a cura di Teresio Troll e Elisa Barucchieri. Diversi i temi trattati nella sei giorni: vita, morte, desideri, paure, guerra, prigionia, libertà, potere. Dal tragico, al comico. Tante le compagnie al femminile in scena. “Il nostro festival ha sempre avuto un occhio particolare per le compagnie al femminile. Anche quest’anno ce ne sono diverse. Tratteranno temi forti, come lo schiavismo, gli abusi, ma anche il comico”. Come “Tre civette sul comò”, spettacolo della compagnia Il Naufragarmèdolce, in programma mercoledì 3 ottobre alle 22.

Per informazioni sul programma: teatrodellacentena@pianoterra.org