L'economia della porta accanto

Bolzano e Rimini sono lontane. Non solo in termini geografici ma anche di stipendi. E’ quanto si evince dai dati 2017 diffusi dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro. Se Bolzano si conferma infatti la provincia in Italia con gli stipendi medi più alti tra gli occupati alle dipendenze con 1.476 euro, Rimini non va invece oltre il 70esimo posto con 1.258 euro (addirittura 29 in meno del 2016). Nel riminese si registrano gli stipendi più bassi dell’Emilia Romagna (dove svetta Bologna con 1.446 euro) e addirittura inferiori a quelli medi italiani (1.324 euro). Colpa forse del fatto che la provincia di Rimini, a causa della sua economia votata ai servizi, abbia un’alta percentuale di contratti non standard (oltre il 42% rispetto al 35,8 italiano). L’analisi prende poi in esame altri indicatori: il tasso di disoccupazione riminese si attesta al 10,2% (52esima in Italia), meglio dell’11,2% nazionale ma peggio delle altre province emiliano romagnole (tutte sotto al 10). Lo squilibrio di genere tra occupazione maschile e femminile non è invece particolarmente elevato e si attesta al 13,4% (tra i migliori 25 d’Italia). Le cose non vanno bene invece per i giovani: Rimini è 54esima per tasso di disoccupazione giovanile (30,6%) meglio in Regione della sola Ravenna. Fa riflettere anche il fatto che oltre un quarto della popolazione riminese tra i 15 e i 29 anni (25,4%) non lavori, non studi e non frequenti corsi di formazione. Un dato superiore a quello medio nazionale e di gran lunga il peggiore in Regione. Poco meno di un riminese su tre (29,4%) è invece inattivo, cioè non lavora e non cerca occupazione (in Italia è il 34,6%). Lo studio dei Consulenti del Lavoro, indicatori alla mano, elabora alla fine un indice di efficienza e innovazione del mercato lavoro: Rimini si attesta nella fascia intermedia ma risulta tra le province che nel 2017 hanno perso più posizioni passando dal 45esimo al 64esimo posto.

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