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Politica Rimini

Garante detenuti. Morolli e Piccari rispondono al 5 Stelle e attaccano Grassi

In foto: il capogruppo Morolli
il capogruppo Morolli
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 7 mar 2016 14:52 ~ ultimo agg. 17:54
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Dal capogruppo del PD Mattia Morolli e dal consigliere Enrico Piccari arriva la risposta ai dubbi del Movimento 5 Stelle di Rimini sui dubbi in merito all’autonomia del nuovo garante dei detenuti Ilaria Pruccoli dall’Amministrazione Comunale e in particolare dal vicesindaco Lisi. Con una forte controccusa a chi aveva usato quel ruolo come premessa di una futura carriera politica: non lo si cita ma il riferimento è ovviamente al garante dimissionario Davide Grassi, oggi candidato sindaco.

Premessa: “Come maggioranza non possiamo che augurare a Ilaria Pruccoli il “buon lavoro” per il ruolo di garante dei detenuti che andrà a ricoprire, un lavoro che siamo certi farà bene valutando il suo percorso didattico e professionale. Il consiglio comunale di Rimini darà costantemente il suo massimo apporto affinché il garante dei detenuti possa svolgere il suo ruolo in piena autonomia ad esclusivo interesse della sua missione, vale a dire le condizioni della popolazione nella struttura detentiva.
‘Piena autonomia’ è un’espressione che non avrebbe bisogno di tante spiegazioni in un mondo sereno e normale”. Ma si decide di dedicare “un surplus illustrativo” a chi continua a “evocare ‘conflitti d’interesse’ quando con ogni evidenza ha utilizzato quel ruolo istituzionale come “trampolino per cercare successivamente gloria (e fortuna elettorale) in un partito o movimento”.

Il garante, spiegano Morolli e Piccari, è “una figura necessaria ed importante che esercita in un contesto duro e complesso, con persone dove la fragilità dello stare in carcere e rispettare i loro diritti sono sempre più al centro delle cronache. Il garante dei detenuti non è un ruolo per chi cerca visibilità o una rampa di lancio, ma un riferimento per persone che certamente affrontano un passaggio difficile della propria esistenza.
Per questo lascia l’amaro in bocca il fatto che la nomina del garante dei detenuti, compiuta dal consiglio comunale sulla base di curricula e procedure rigorose, sia diventato il palcoscenico per esercitare lo scandalizzato e rancoroso teatrino da chi in passato ha pensato bene di trascinare questo ruolo nella peggiore delle sceneggiate possibili”.