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Caritas: cosa c'è dietro i numeri della povertà

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 1 minuto
ven 13 nov 2015 10:10 ~ ultimo agg. 16 nov 08:16
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Gente di periferia è il titolo del quinto rapporto sulla povertà in Emilia Romagna presentato da Caritas lo scorso ottobre. Uno spaccato su quella fetta di popolazione che vive sulle proprie spalle tutto il peso della crisi economica.

 

Ma i numeri non sempre sono sufficienti a capire le storie e le vite di chi, quelle difficoltà, le vive quotidianamente.

“Il primo dato che emerge – spiega Carla Rossi, Caritas – è che la povertà perdura. Il numero totale di poveri è diminuito, probabilmente a causa di chi è tornato a casa, ma chi entra nella povertà, fatica ad uscire.

“Anche il problema della salute è un tema molto sentito e importante, che porta le persone in stato di necessità. Sia perché la povertà porta ai problemi di salute sia la salute ai problemi di povertà”.

 

Conferma la situzione anche Cesare Giorgetti, che propone un modello di aiuto reciproco.

“I poveri stanno diventando poveri permanenti, anche perché la povertà è ‘multiproblematica’, non solo economica ma anche relazionale e sociale. Noi, come Caritas stiamo cercando di proporre un tipo di ascolto e accoglienza che non sia solo focalizzata sulle emergenza, ma che possa aiutare ad uscire dalla povertà e a costruirsi un futuro, creando una rete sociale di mutuo aiuto.

“Faccio un esempio, se si presenta una famiglia povera alla nostra caritas parrocchiale, per vestiti o altro, si chiede in cambio di attivarsi per aiutare essa stessa qualche altra famiglia con dei servizi che possono essere adatti per quella famiglia: stirare i panni, andare a visitare. C’è una reciprocità. Io non solo ti do ciò di cui hai bisogno, ma ti chiedo ciò che serve per il bene comune. Penso che questa sia la strada comune per creare quel virtuosismo di relazioni per essere protagonisti della propria liberazione”.