La necropoli romana di San Lorenzo palestra per 18 futuri archeologi


E’ iniziato lunedì scorso al Museo del Territorio di Riccione il Cantiere-Scuola riservato a 18 studenti e specializzandi in archeologia.
I ragazzi sotto la guida di due archeologi, Vanessa Delvecchio, la coordinatrice, e Cristian Tassinari di Tecne Srl), e della restauratrice Katia Poletti avranno la possibilità di mettere in pratica le tecniche di conservazione e restauro del materiale ceramico proveniente da un vero scavo archeologico, quello condotto a Riccione, presso la curva di San Lorenzo in Strada, ai margini della via Flaminia dal 1997 al 1999 e nel 2001, che ha portato alla scoperta di una settantina di tombe, sia a incinerazione sia a inumazione, pertinenti ad un nucleo sepolcrale di età romana dislocato lungo la via Flaminia e collegato al Vicus Popilius.
Il primo impianto della necropoli potrebbe risalire al I sec. d.C., ma la maggior parte delle sepolture è ascrivibile al II-III secolo d.C., con tracce di frequentazione e interventi successivi pertinenti al IV secolo d.C., non connessi all’area sepolcrale.
Le tecniche in cui si cimenteranno i 18 giovani archeologi vanno dalla pulitura , prevalentemente a secco, al lavaggio in acqua dei materiali, per passare poi al consolidamento delle superfici, la selezione dei frammenti (per morfologia, per classi tipologiche, per materia prima), la ricerca degli attacchi, il montaggio temporaneo dei pezzi con nastro gommato, l’incollaggio definitivo dei frammenti con collanti non tossici, l’integrazione delle parti mancanti. Infine, l’elaborazione delle schede e della documentazione di restauro, in vista della fase espositiva.
Il corso è promosso dall’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, l’Università degli studi di Bologna (sedi di Bologna e di Ravenna) e l’Università degli Studi di Urbino.
I reperti restaurati e catalogati – vasi cinerari, monete e urne – rimarranno patrimonio della città e costituiranno un fondo permanente del Museo del Territorio.
Il corso, che non prevedeva alcuna quota d’iscrizione, permette l’acquisizione di crediti formativi per il raggiungimento della laurea magistrale e specialistica.