Indietro
menu
Provincia Vita della Chiesa

Crocifisso rimosso da scuola Montescudo: il commento della Diocesi

In foto: Dopo la lettera pubblica di don Roberto Battaglia, a nome della comunità parrocchiale, anche la Diocesi interviene con una nota sulla vicenda dei crocefissi rimossi nella scuola primaria di Montescudo.
Dopo la lettera pubblica di don Roberto Battaglia, a nome della comunità parrocchiale, anche la Diocesi interviene con una nota sulla vicenda dei crocefissi rimossi nella scuola primaria di Montescudo.
di    
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 14 giu 2011 16:07 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

La vicenda, finita sulla ribalta delle cronache locali in questi giorni, per la Diocesi lascia aperti molti interrogativi ma nasce anche da una decisione impropria, dettata da un’errata concezione della laicità come azzeramento di ogni gesto e ogni simbolo. La stessa Costituzione non prevede l’indifferenza dello Stato alla religione, ma la garanzia della libertà di religione. Una vera scuola laica e libera – conclude la nota – non è quella che censura, ma quella che accetta la sfida di educare proponendo significati per l’esistenza.

In merito al crocifisso di San Damiano

Sul caso dei “crocifissi rimossi” nella Scuola primaria di Montescudo appartenente all’Istituto Comprensivo di Coriano, al quale si è interessata in questi giorni anche la stampa locale, la Diocesi di Rimini condivide quanto espresso dal parroco di Montescudo, don Roberto Battaglia, il quale a nome della Comunità parrocchiale è intervenuto con una lettera pubblica.

Da dove è nata la decisione di rimuovere il cartoncino raffigurante il celebre Crocifisso di San Damiano (definito in maniera offensiva “un feticcio”, “inopportuno e sgradevole”) da due aule scolastiche della Scuola primaria di Montescudo, e soprattutto perché?

Tale cartoncino era a ricordo della tradizionale benedizione pasquale, gesto organizzato dal Dirigente scolastico al termine delle lezioni, in accordo con lo stesso parroco e secondo quanto stabilito dal Consiglio d’Istituto, gesto estremamente gradito sia dai bambini e dai ragazzi sia dalle loro famiglie, come attesta l’alta partecipazione allo stesso.

È bastata la protesta di un genitore al Dirigente scolastico, a far rimuovere il cartoncino del Crocifisso (legato alla storia di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia) dalle due aule, nelle quali era affisso insieme ad altri lavori e ricordi degli alunni elaborati nel corso dell’anno scolastico.

La Comunità parrocchiale, con la lettera del parroco, ha chiaramente evidenziato che la decisione di rimuovere il cartoncino raffigurante il Crocifisso di San Damiano da due aule scolastiche è impropria.

è stato posto infatti evidenza come, seguendo i criteri utilizzati nella lettera di protesta accolta dal Dirigente Scolastico, qualsiasi lavoro didattico riguardante le diverse materie scolastiche – storia, arte, letteratura, scienze, religione, ecc. – in cui sia presente un riferimento a Gesù Cristo o al cristianesimo dovrebbe essere espulso dalla scuola.

In realtà autentica laicità non è l’azzeramento di ogni valore e di ogni segno, ma la capacità di dialogo e di rispetto delle differenti posizioni, specie quando esse sono espressione di una esperienza che coinvolge la maggioranza delle persone.

Lo ribadiva anche la Sentenza della Corte Costituzionale n. 203 del 12 aprile 1989: “Il principio di laicità, quale emerge dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione, implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale”.

Una scuola autenticamente laica e libera, dunque, non solo non può censurare una esperienza – quella cristiana – che è all’origine della storia e della cultura italiana ed europea, ma non è neppure possibile educare senza offrire un’ipotesi di significato per l’esistenza, questione sempre più urgente e decisiva nel contesto dell’emergenza educativa che caratterizza la società contemporanea.

Ci auguriamo che a questa sfida nessuno voglia e intenda sottrarsi.