Indietro
menu
Regione

Violenza Donne. Aumentano i casi: a Rimini 65 le donne assistite

In foto: Sono 2540 le donne, in maggioranza italiane, che dal primo gennaio al 31 ottobre hanno chiesto aiuto ai Centri antiviolenza regionali. I dati, in continuo aumento, sono stati presentati alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza alle donne.
Sono 2540 le donne, in maggioranza italiane, che dal primo gennaio al 31 ottobre hanno chiesto aiuto ai Centri antiviolenza regionali. I dati, in continuo aumento, sono stati presentati alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza alle donne.
di    
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mer 24 nov 2010 17:02 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 4 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Nel corso del 2010 sono state 65 (57 italiane), quelle assistite a Rimini dall’Associazione Rompi il Silenzio che ha anche ospitato 4 donne e 6 minori.
Dai dati emerge come le violenze subite dalle donne accolte siano prevalentemente “agite” da partner e da ex, che costituiscono circa l’80% di tutti gli aggressori (gli ex partner sono il 14%).

La nota stampa della regione

Sono 2540 le donne – 1626 italiane e 907 straniere – che, dal primo gennaio al 31 ottobre 2010, hanno chiesto aiuto e sostegno alle Case e ai Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna. Nel numero complessivo rientrano le 202 persone che hanno usufruito dell’ospitalità e di un riparo sicuro: 101 donne e altrettanti minori (figli), per un totale complessivo di 12.685 notti. E’ un trend in aumento: sempre nello stesso periodo – dal primo gennaio al 31 ottobre – del 2009 erano 2371 le donne accolte e seguite complessivamente dalle associazioni appartenenti al Coordinamento regionale dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna; 2057 nel 2008, 1858 nel 2007.
Sono alcuni dei dati illustrati oggi a Bologna in vista della Giornata mondiale contro la violenza alle donne che cade domani 25 novembre. A presentare le linee delle politiche regionali in materia di pari opportunità e l’impegno della Regione nel sostegno alla rete di servizi sociali, assistenziali e sanitari, centri anti-violenza che presidiano il territorio sono intervenuti gli assessori alle Politiche sociali Teresa Marzocchi e alle Pari opportunità Donatella Bortolazzi.
“Sul contrasto alla violenza sulle donne, attraverso i centri anti-violenza, i percorsi di accoglienza e reinserimento delle vittime, di elaborazione dei maltrattamenti subiti; sul fronte dell’assistenza ai figli coinvolti, l’Emilia-Romagna possiede una rete forte, che va mantenuta e consolidata nonostante le gravissime difficoltà economiche. Il nostro welfare va difeso perché non possiamo permetterci di tagliare esperienze come questa”, ha detto in conferenza stampa l’assessore Marzocchi.
“La Regione e la Giunta hanno un lavoro trasversale da compiere”, ha sottolineato l’assessore Bortolazzi. “Da un lato all’interno dell’ente: attraverso il Piano di azione integrata, tutte le direzioni generali sono chiamate a lavorare, a pensare alle loro politiche in una prospettiva di genere. All’esterno, occorre approfondire il dialogo col territorio dove stiamo esplorando le tante esperienze interessanti fatte da realtà, associazioni, enti locali. Avere un quadro di ciò che sta accadendo sul territorio regionale può aiutare a coordinare e mirare le politiche regionali in tema di pari opportunità, contrasto alla violenza e sostegno alle donne. Questo sempre col coinvolgimento di più assessorati”.

Monitoraggio dei dati di accoglienza dei Centri e delle Case antiviolenza anno 2010

Si sta concludendo il monitoraggio, realizzato con il Coordinamento dei centri, che raccoglie in modo omogeneo i dati relativi alle donne che subiscono violenza, e che nel corso di quest’anno hanno chiesto aiuto, sostegno e ospitalità. Si tratta di progetto che ha già visto la realizzazione di indagini precedenti (1997, 2000 e 2005). In tutti e tre questi rilevamenti, emerge come le violenze subite dalle donne accolte siano prevalentemente “agite” da partner e da ex, che costituiscono circa l’80% di tutti gli aggressori (gli ex partner sono il 14%). Promosso originariamente dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna e dal Coordinamento regionale delle Case e dei Centri antiviolenza (attuale titolare), il progetto di monitoraggio ha sempre goduto del finanziamento della Regione Emilia-Romagna (20mila euro per il 2010). Insieme a una maggiore omogeneità dei dati, il monitoraggio intende esplorare in modo più approfondito e articolato i dati di accoglienza che riguardano anche il lavoro di rete sul territorio svolto dai centri.
Attualmente, le Case e i Centri antiviolenza che partecipano alla realizzazione del progetto sono la Casa delle donne per non subire violenza, Udi e SOS Donna di Bologna, il Centro donne e Giustizia (Ferrara), Linea Rosa (Ravenna), Centro contro la violenza (Modena), Nondasola (Reggio Emilia), Centro Antiviolenza (Parma), SOS Donna (Faenza), Telefono donna (Piacenza), Rompi il Silenzio (Rimini), Demetra (Lugo). Rispetto al 2005, è aumenta il numero delle associazioni coinvolte, con Demetra (Lugo) e Rompi il Silenzio (Rimini).

Il primo corso regionale per lavorare con uomini violenti e il progetto dell’Ausl di Modena

Dall’indagine Istat 2006 “La violenza e i maltrattamenti contro le donne” è emerso come fra gli uomini autori di violenze verso la propria compagna il 30% abbia assistito nell’infanzia a violenze familiari, il 34,8% le abbia subite dal padre e il 42,4% dalla madre. Un elemento, questo, che porta a lavorare non solo sulle donne-vittime, ma anche sugli uomini autori delle violenze. E difatti si sta concludendo il corso biennale – il primo in Emilia-Romagna – realizzato dall’Azienda Usl di Bologna, in collaborazione con la Regione, sulle possibilità di trattamento di uomini violenti nelle relazioni d’intimità. Dopo una prima parte (nel 2009) in cui si sono approfondite alcune esperienze europee (Alternative Til Vold di Oslo, Men Counselling Centre of Vienna, Respect – Londra), nella seconda parte (2010) si è lavorato su esperienze italiane, approfondendo le risorse dei servizi e ipotizzando nuove metodologie e approcci. Una quarantina in tutto le persone che hanno seguito il corso: operatori sociosanitari, sanitari e psicoterapeuti (consultorio, pronto soccorso, psichiatria) delle aziende Usl che accolgono donne e minori vittime di violenza; responsabili e partecipanti ai tavoli di programmazione territoriale sociale e sanitaria.
Collegato a quest’esperienza formativa, c’è il progetto sperimentale per creare un punto di accoglienza per uomini violenti, nell’intimità e nella dimensione intrafamiliare: è in fase di studio e progettazione dall’Azienda Usl di Modena, in collaborazione con l’assessorato regionale Politiche sociali (che contribuisce con uno stanziamento di 35mila euro).

Il Gruppo interdirezionale contrasto alla violenza

Il Gruppo interdirezionale regionale dedicato al contrasto alla violenza psichica e fisica dentro e fuori la famiglia realizza incontri di confronto sulle attività che i diversi settori regionali svolgono. Obiettivo, integrare le programmazioni, monitorare gli interventi realizzati e reperire opportunità di finanziamento nazionali ed europee per progettazioni sul tema del contrasto alla violenza.