Indietro
menu
Provincia

5mila firme riminesi per il referendum sull'acqua. Il comitato:'Ato da rivedere'

In foto: Il comitato referendario Acqua Bene comune ha raggiunto le firme necessarie a far scattare il referendum di abrogazione della privatizzazione del servizio idrico. 5Mila le firme riminesi che hanno contribuito, raccolte da numerose associazioni e organizzazioni entrate a far parte del comitato: dai centri sociali, al mondo cattolico, ai partiti politici.
Il comitato referendario Acqua Bene comune ha raggiunto le firme necessarie a far scattare il referendum di abrogazione della privatizzazione del servizio idrico. 5Mila le firme riminesi che hanno contribuito, raccolte da numerose associazioni e organizzazioni entrate a far parte del comitato: dai centri sociali, al mondo cattolico, ai partiti politici.
di    
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
gio 4 nov 2010 15:34 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Un primo risultato c’è, ma la raccolta firme è solo una prima fase per il comitato Referendario “Acqua Bene Comune”, che intende scongiurare la privatizzazione dell’acqua, al via il prossimo anno. Ora toccherà a Cassazione e Corte Costituzionale pronunciarsi sulla data del referendum. 5Mila le firme raccolte in provincia di Rimini, su un milione e 400mila a livello nazionale.

Dunque ora si parte col referendum e toccherà ai cittadini la parola: loro che negli ultimi anni sono stati in balia di tariffe in continuo aumento, e rischiano di esserlo ancora di più per il comitato. Spiega Sara Visintin, della Federazione della Sinistra.
“Se sono aumentate negli ultimi anni, continueranno ad aumentare ancora di più le tariffe con la privatizzazione, che segue naturalmente la logica del profitto: di fronte a cui c’è poca possibilità per i cittadini di opporsi”.

Per scongiurare tutto questo, però, le cose non possono neppure restare come sono: serve una ripubblicizzazione del servizio: le cui bollette, oggi, sono gestite da Hera, sulla base di tariffe decise dall’assemblea dei sindaci di Ato. In pratica – è la critica – il controllato fa anche il controllore. A spiegarlo è Massimo Manduchi, del Movimento 5 Stelle: “Hera non presenta mai dei piani economici e finanziari. Se decide di porre degli aumenti sulle tariffe al consumo non giustifica questi aumenti se non in maniera generica. Ato di fatto, a mio avviso, è impossibilitata a modificare le scelte o a condizionare la scelta, in modo che vada nell’interesse dei cittadini”.

All’acqua è dedicata la puntata della trasmissione di Icaro Tv Tre, Tutto Rimini Economia dal titolo “Cara acqua quanto mi costi?”, in onda stasera alle 21.