Dopo l’aggressione dei due fratelli, si torna a parlare delle ‘teste rasate’

Il loro stile di vita è legato al concetto di estremo: soprattutto nella musica, una techno hardcore soprannominata ‘speedcore’ o ‘terror’ fatta di ritmi esasperati, fino a 400 battiti al minuto, limite oltre al quale il ritmo non si può distinguere. Per di più sparata a mille dalle casse e ballata per ore e ore, fino allo sfinimento: performance per le quali non di rado ci si aiuta con pasticche. Ma estremi, a quanto pare, i gabber possono esserlo anche negli atteggiamenti. Ai naziskin si rifanno per le posizioni politiche di estrema destra. Oltre che negli interminabili rave, i gabber sono protagonisti anche nelle curve di molte squadre di serie A, altro ambiente soggetto a infiltrazioni di estrema destra. Girando fra i loro siti europei, si leggono slogan come “Distruggi il mondo” o feste dal titolo “Riempito di odio”.
A Rimini si sono già fatti notare a inizio agosto nel sottopasso di via Lettimi, un episodio simile a quello dei due fratelli aggrediti vicino all’Embassy: quattro contro uno, cocci di bottiglia come arma. Il motivo, ai limiti dell’assurdo: la spiccata abbronzatura di un 17enne bergamasco, scambiato per un ragazzo di colore e malmenato.
Ma i gabber sono ormai una vecchia conoscenza nel riminese: l’anno scorso, dopo aver scelto in primavera il Gheodrome di San Mauro come sede del loro primo raduno nazionale, con 2.500 persone a ballare fino all’alba, a metà giugno avevano fatto tappa al parco Aquabell di Bellaria, per un roboante raduno estivo con 4.000 gabber scatenati che fecero infuriare i cittadini: decine di chiamate di protesta ai Carabinieri e l’Amministrazione che si costituì parte civile contro gli organizzatori. In Riviera sbarcano più che altro per la musica: tra le discoteche segnalate sul sito Gabberplanet.it, c’è anche l’Ecu di Rimini.