Indietro
menu
Provincia Sanità

Sciopero Farmacie. Asl: iniziativa singolare 'venduta' come a favore dei cittadini

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
sab 25 giu 2016 12:23 ~ ultimo agg. 26 giu 21:52
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 4 min Visualizzazioni 1.309
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Un’iniziativa singolare. Così l’Asl Romagna bolla la serrata annunciata in provincia dalle 71 farmacie aderenti a Federfarma (vedi notizia) che protestano contro la distribuzione diretta dei farmaci negli ospedali, senza ticket (obbligatorio da far pagare nelle farmacie). Il 27, 28 e 29 giugno gli aderenti a Federfarma chiederanno ai clienti il pagamento dei farmaci prescritti a carico del Servizio Sanitario con possibilità di chiedere poi un rimborso alla Asl.
L’Azienda Sanitaria ricorda in una nota che a livello regionale è aperto un tavolo di confronto proprio sulle politiche del farmaco inoltre, dopo l’unificazione delle 4 Asl, è stata avviata una trattativa con le farmacie per cercare di omogeneizzare le politiche. “Per questo – si legge – l’annuncio di Federfarma di Rimini risulta stonato nei tempi, nei modi e nei contenuti. E ancor di più se si considera che le Farmacie Comunali della provincia di Rimini, responsabilmente, non hanno aderito alla protesta dei farmacisti privati.”
Per quanto riguarda il pagamento del ticket l’Asl ricorda “che le quote che i cittadini devono corrispondere per i farmaci erogati in regime di Sistema Sanitario Nazionale derivano da una regola valida su tutto il territorio regionale. Non essendo dunque una costrizione dell’A.USL Romagna è vero l’esatto contrario di quello che va sostenendo Federfarma: il ticket come ogni cittadino ben sà, viene applicato dal 2011 in relazione alla situazione reddituale e/o di patologia esente, in completo ossequio alle norme vigenti. Disposizioni regionali però stabiliscono che il ticket non venga invece corrisposto da nessun cittadino qualora il farmaco sia erogato in distribuzione diretta o in distribuzione per conto (cioè acquistato da A.USL e fornito alle farmacie per la distribuzione agli assistiti). Fa strano, quindi, che l’astensione di Federfarma Rimini venga “venduta” come una protesta a favore dei cittadini e si urli allo scandalo perché l’A.USL non fa pagare ticket in distribuzione diretta quand’anche le farmacie stesse non l’hanno fatto pagare per i farmaci distribuiti “per conto”, fino a quando hanno ritenuto conveniente tale procedura. Questo perché a Federfarma non interessa la questione del ticket che deve pagare o non pagare l’assistito, ma il vero e unico motivo della rivolta è rappresentato dalla mera esistenza della pratica, peraltro prevista dalla legge, della distribuzione diretta.

L’Asl definisce poi falso che la pratica della distribuzione diretta provochi sprechi di farmaci: “il fatto che per i pazienti vengano predisposti piani terapeutici annuali non ha a nulla a che vedere con le cadenze dell’erogazione dei medicinali, che è, solitamente, bimestrale. Al momento dell’erogazione, inoltre, viene verificato direttamente col paziente stesso se abbia a casa giacenze di farmaci e a quanto ammontino, e viene più in generale posta la massima attenzione al corretto utilizzo dei farmaci stessi al fine di garantire la necessaria sicurezza dell’assistito.”

L’Azienda ricorda di avere l’obbligo di attivare tutte le possibilità offerte dalla legge per non spendere inutilmente risorse economiche e di non aver mai agito in modo difforme dalla legge: “lo scopo dell’iniziativa è di liberare risorse per meglio organizzare la sanità della Romagna, senza che il sistema chieda ulteriori sacrifici economici ai cittadini.”

[kaltura-widget uiconfid=”30012024″ entryid=”0_myb3ew3n” width=”400″ height=”250″ /]

L’Asl ricorda, infine, alcuni concetti chiave legati alla distribuzione diretta dei farmaci.

Cos’è la consegna diretta dei farmaci: è la legittima possibilità che hanno le Aziende Sanitarie di erogare direttamente alcuni tipi di farmaci, ma solo per definite specifiche patologie. Per talune situazione tale modalità è addirittura obbligatoria.

Come funziona: l’AUSL Romagna ha aperto sul proprio territorio di riferimento punti di erogazione, presidiati da farmacisti, che alle dimissioni da un ricovero o a seguito di prescrizioni dopo visita specialistica, nei casi previsti dalla norma, possono erogare direttamente al paziente i farmaci necessari, garantendo la continuità terapeutica.

Volontarietà dell’adesione: il cittadino, a differenza di quanto scorrettamente prefigurato da Federfarma, può scegliere liberamente se accettare il piano dell’AUSL o andare nella farmacia privata. Si tratta di è un atto di volontarietà come gesto di responsabilità e forse anche di orgoglio verso il proprio Sistema Sanitario. Un gesto che merita rispetto ed elogio. Perché chi lo fa accetta di accollarsi un piccolo disagio (il fatto di recarsi in una delle sedi aziendali, anziché in una farmacia privata più vicina) ritenendolo però sopportabile in considerazione dei vantaggi che tutta la comunità trae da questa iniziativa.

La sicurezza nella distribuzione diretta: viene garantita sia dalla presenza costante del farmacista sia da una particolare attenzione alla segnalazione delle reazioni avverse da farmaci (cosa che, chissà perché, avviene in minima quota da parte dei privati). Attraverso la distribuzione diretta viene inoltre posta una particolare attenzione al momento di verifica del piano terapeutico, quanto il paziente è aderente alla terapia, quante confezioni di medicinali ha ancora giacenti a casa.

Quali sono i vantaggi: l’A.USL è una grande azienda e acquistando i prodotti direttamente dalle case farmaceutiche può realizzare forti economie di scala. Ed i risparmi finora ottenuti in questo modo sono stati utilizzati, come già detto, esclusivamente per garantire e migliorare i servizi offerti alla cittadinanza, in particolare attraverso il potenziamento degli organici e il miglioramento strutturale e tecnologico, che è sotto gli occhi di tutti, delle sedi aziendali a partire dagli ospedali.

La penalizzazione delle farmacie rurali: si condivide la preoccupazione rispetto alle farmacie rurali, a tal punto che si è dedicata particolare attenzione alla questione: la distribuzione diretta per queste zone è stata da subito molto ridotta al punto che solo pochissimi cittadini ne usufruiscono. Attribuire il problema delle farmacie rurali e montane alla distribuzione diretta è, di conseguenza, erroneo e volutamente fuorviante.