Urbanistica. Lisi all’attacco: fatte abortire 63 manifestazioni di interesse


In una nota, il comune di Rimini ha spiegato che nel PUG, Piano Urbanistico Generale, confluirà l’esame delle 63 manifestazioni di interesse presentate da privati che avevano risposto all’avviso pubblico emesso nel 2019 e la cui procedura non ha potuto avere seguito per lo scadere nel 2021 del periodo transitorio previsto dalla Legge 24. Una dichiarazione che non convince la consigliera Gloria Lisi secondo cui in realtà le colpe sono dell’amministrazione comunale che avrebbe fatto “abortire il procedimento. Perché era noto che dall’inizio
dell’anno 2022 la procedura non avviata sarebbe decaduta“. La Lisi, prima di ripercorrere i fatti, premette che “le inadempienze a cui mi riferisco hanno riguardato soltanto il decisore politico ed anzi ringrazio i tecnici del Comune di Rimini per il loro riuscire a lavorare in questa situazione così incresciosa, dove il politico non prende decisione e lascia i tecnici nelle difficoltà“.
“Il Comune – ricorda la consigliera di minoranza – nel febbraio del 2019 ha pubblicato un bando per raccogliere manifestazioni di
interesse (proposte di privati di attuazione convenzionata di particolari situazioni urbane) – in base al comma 3 dell’art. 4 della L.R. ER 24/2017. Il Bando prevedeva un termine per la presentazione (tre mesi poi slittati alla fine di giugno 2019) mentre in base al citato comma della Legge Regionale 24/2017 “Il Comune assume le proprie determinazioni sulle proposte avanzate ed adotta la delibera di indirizzo entro i successivi novanta giorni.” Ossia entro il mese di ottobre 2019 il Comune avrebbe dovuto approvare una “delibera di indirizzo” con la quale stabilire quali sarebbero state le “manifestazioni” da accettare e con cui far proseguire l’iter di progettazione e convenzionamento. Il rispetto di questo termine era indispensabile perché come prescriveva lo stesso Bando del Comune all’art. 1 “l’iter di approvazione dei piani dovrà essere concluso entro il 01/01/2021” − dovranno essere sottoscritte le relative convenzioni entro il termine perentorio del 01/01/2023 (art. 4, comma 7, lettera c) e comunque non oltre la data di efficacia del Piano”. “Peraltro – prosegue la Lisi – la Regione, a seguito della pandemia ha slittato di un anno i suddetti termini: per cui l’Assessorato ha avuto un anno in più per concludere l’iter prescritto. Al momento dell’emissione del Bando i tempi erano già assai risicati perché il Comune di Rimini aveva già indugiato troppo per pubblicarlo, dall’entrata in vigore della Legge Regionale (dal primo gennaio del 2018 al febbraio 2019): al contrario di altri Comuni, come ad esempio Riccione che aveva già concluso in tempo utile e con notevolissimi vantaggi alcuni degli iter avviati tempestivamente con l’utilizzo immediato della legge. Il Bando comunque, per quanto tardivo, ebbe un notevole successo: furono presentate ben 62 proposte di manifestazioni di interesse di cui 33 (come si sa solo oggi!!!) sono state giudicate rispondenti al bando. Malgrado gli uffici abbiano istruito le proposte presentate – tanto che l’Assessora nel comunicato stampa si compiace di dilungarsi nei dettagli – la delibera d’indirizzo, obbligatoria prima dell’ottobre 2019, non fu mai presentata al Consiglio Comunale, e a tutti coloro che avevano presentato proposte non fu mai fornita alcuna informazione in proposito. Così ben 62 gruppi imprenditoriali e progettuali furono impegnati dal Bando del Comune; di cui ben 33 giudicati meritevoli di proseguire nell’iter: avrebbero prodotto ancora risorse, lavoro, migliorie all’assetto della città. Perché l’Assessora preferì bloccare tutto?“.
“Fra l’altro non ricordo – continua la Lisi -, finchè ero in Giunta, nessuna decisione esplicitamente condivisa in tal senso. La pandemia non c’entra niente, perché all’inizio del lockdown, marzo 2020, la delibera d’indirizzo era già in ritardo di oltre 5 mesi. Comunque se ci fosse stata la volontà, dall’uscita dal lockdown ad oggi sarebbero stati ancora in tempo. Tuttavia anche questa mattina, in occasione della Commissione Consigliare, l’Assessora si è dilungata a tirar fuori, come scusa per le proprie inadempienze, la gestione dell’emergenza sanitaria. Altra cosa stranissima è stata quella circa i numeri, ammettendo la mia incompetenza nella specifica materia, ho detto pubblicamente che questa mia proposta di delibera veniva da cittadini che mi hanno aiutato a prepararla, quindi è stata fatta da degli “addetti” ai lavori, l’Assessora ha dato numeri diversi dai miei, 72 manifestazioni arrivate, 15 valutate positivamente. Mi chiedo quindi, come mai numeri così diversi? Non stanno anche questi a significare quanto sia potuto mancare il confronto e la trasparenza con i privati? Inoltre, dato che la stessa Assessora ha ammesso che 15 erano state ritenute accettabili, perché non le abbiamo potute verificare nè valutare in Consiglio Comunale, il luogo deputato a questo?”
Infine secondo la consigliera possono configurarsi:
“1. un danno gravissimo per l’economia cittadina: infatti per realizzare le manifestazioni proposte gli investimenti sarebbero stati assai cospicui e avrebbero messo in moto un notevole numero di lavoratori del territorio (in empi di crisi e di
guerra come quelli che stiamo vivendo, sottolineo l’importanza di saper cogliere tutte le opportunità di aumento del lavoro);
2. un notevole danno erariale, perché dai convenzionamenti sarebbero scaturiti vantaggi economici diretti per il Comune (oneri di urbanizzazione, infrastrutture come parcheggi e verde pagati dai proponenti, aree “super standard” da acquisire al patrimonio pubblico,ecc.);
3. una presa in giro per l’imprenditoria riminese, indotta ad impegnarsi con costi anche notevoli per progettisti e consulenti, e poi abbandonata senza risposte;
4. un ennesimo motivo di sfiducia per le Istituzioni” conclude la Lisi.