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triplicati in 4 anni

Ticket non riscossi. La Regione lancia massiccia azione di recupero

In foto: la sede dell’assemblea legislativa regionale
la sede dell’assemblea legislativa regionale
di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Dom 17 Ago 2025 16:44 ~ ultimo agg. 19:00
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Non un accanimento nei confronti degli assistiti ma un recupero graduale per la tenuta del sistema sanitario. Vengono spiegati così dall'assessore alla Salute della Regione Emilia Romagna Massimo Fabi, gli interventi partiti nelle ultime settimane di recupero dei crediti non ancora riscossi da parte delle aziende sanitarie. Un’attività che riprende dopo la sospensione del pagamento dei ticket dovuto all’emergenza coronavirus che ne aveva causato un rallentamento. La campagna informativa prevede anche la sensibilizzazione sul pagamento e sulla disdetta, oltre alla possibilità di consultare eventuali insoluti tramite totem automatici nelle strutture sanitarie e sul Fascicolo Sanitario Elettronico.

I numeri sono importanti: l’ammontare dei ticket non pagati, infatti, è passato dai 7.584.188,80 euro del 2020 ai 21.370.441,37 del 2024. Il motivo è che durante il periodo Covid l’invio dei solleciti ha subìto un significativo rallentamento e nelle fasi più critiche della pandemia è stato sospeso. Inoltre, un’alta percentuale di ticket non riscossi, soprattutto relativamente al Pronto Soccorso, è riferita a cittadini irreperibili che, una volta terminate le verifiche sull’anagrafica, diventano inesigibili. Il numero dei pazienti che hanno ricevuto l’invito a regolarizzare il pagamento del ticket è passato dagli 88.368 del 2020 ai 245.799 del 2024.

Il Covid- spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi- ha segnato una battuta d’arresto importante nel recupero della riscossione dei ticket. E’ un tema di cui siamo consapevoli e per questo abbiamo dato mandato alle Ausl di procedere coinvolgendo in primo luogo i cittadini: non si tratta, infatti, di una mera operazione di riscossione crediti, così come non tutti coloro che non hanno pagato lo hanno fatto in malafede - rimarca l’assessore-. Quella che è partito in questa settimana è un piano di recupero dei crediti che viene portato non contro gli assistiti, ma insieme a loro, per i quali abbiamo previsto la massima disponibilità e collaborazione. Nel segno dell’equità- conclude Fabi-, perché il contributo di ciascuno è un elemento di tenuta del nostro servizio sanitario. E’ un dovere comune per garantire il diritto universale alla salute e alla cura, valore fondante dell’Emilia-Romagna”.

Le Aziende sanitarie potranno inviare fino a due solleciti (PEC o raccomandata A/R) per i ticket non riscossi al 31/12/2024. E procedere all’iscrizione a ruolo almeno per i crediti sorti nel 2022 e precedenti. Le operazioni di recupero dei ticket saranno completate entro il 2026, mentre, nel frattempo, saranno attivate verifiche durante l’anno sullo stato dei recuperi, anche per i ticket del 2025.

 

La recente norma del Ministero della Salute prevede una quota fissa di 25 euro per prestazioni di pronto soccorso non urgenti (codice bianco e verde) e non seguite da ricovero, salvo esenzioni per i minori di 14 anni. Il ticket può salire fino a 50  euro o più in caso di prestazioni diagnostiche o ulteriori prestazioni collegate. L’Emilia-Romagna, a differenza di altre Regioni italiane, pur avendone la possibilità non ha stabilito altre tariffe o aggiunte rispetto al ticket base di 25 euro. Non è previsto alcun pagamento per chi ha avuto accesso al Pronto Soccorso in codice rosso, arancione e azzurro, indipendentemente dall’esito della visita.

Se il ticket è una misura fondamentale di compartecipazione alla spesa sanitaria, è altrettanto importante, per evitare di incorrere nella sanzione sia nel rispetto degli altri utenti e dei professionisti sanitari, dare disdetta in tempo utile delle prestazioni programmate. Chi non provvede è tenuto a pagare il ticket corrispondente previsto.

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