Indietro
menu
FdI: i dati ci danno ragione

Ticket non riscossi, la Regione lancia azione di recupero e campagna informativa

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura 6 min
Sab 16 Ago 2025 14:52 ~ ultimo agg. 16:34
Tempo di lettura 6 min

Dando seguito alla normativa nazionale che prevede la compartecipazione alla spesa sanitaria da parte degli assistiti, in particolare con l’introduzione di un ticket per le prestazioni di pronto soccorso non urgenti, nelle scorse settimane la Regione Emilia-Romagna ha adottato una serie di interventi mirati per rafforzare il sistema di recupero dei crediti non ancora riscossi.

Sono le singole Aziende sanitarie, come stabilito da una delibera regionale che fissa obiettivi vincolanti e indicatori di monitoraggio, ad avere la responsabilità del recupero crediti approvando regolamenti specifici. Un’attività che riprende dopo la sospensione del pagamento dei ticket dovuto all’emergenza coronavirus che ne aveva causato un rallentamento. Previste anche campagne di sensibilizzazione sul pagamento e sulla disdetta, oltre alla possibilità di consultare eventuali insoluti tramite totem automatici nelle strutture sanitarie e sul Fascicolo Sanitario Elettronico. Spetta alla Regione, invece, monitorare in corso d’anno l’andamento dei ticket non riscossi.

Se l’ammontare dei ticket non pagati è passato dai 7.584.188,80 euro del 2020 ai 21.370.441,37 si deve al fatto - spiega la Regione - che durante il periodo Covid l’invio dei solleciti ha subìto un significativo rallentamento e nelle fasi più critiche della pandemia è stato persino sospeso. Inoltre, un’alta percentuale di ticket non riscossi, soprattutto relativamente al Pronto Soccorso, è riferita a cittadini irreperibili che, una volta terminate le verifiche sull’anagrafica, diventano inesigibili. Il numero dei pazienti che hanno ricevuto l’invito a regolarizzare il pagamento del ticket è passato dagli 88.368 del 2020 ai 245.799 del 2024.

Le principali misure adottate

Le Aziende sanitarie potranno inviare fino a due solleciti (PEC o raccomandata A/R) per i ticket non riscossi al 31/12/2024. E procedere all’iscrizione a ruolo almeno per i crediti sorti nel 2022 e precedenti. Le operazioni di recupero dei ticket saranno completate entro il 2026, mentre, nel frattempo, saranno attivate verifiche durante l’anno sullo stato dei recuperi, anche per i ticket del 2025.

Le casistiche di pagamento

La norma del Ministero della Salute prevede una quota fissa di 25 euro per prestazioni di pronto soccorso non urgenti (codice bianco e verde) e non seguite da ricovero, salvo esenzioni per i minori di 14 anni. Il ticket può salire fino a 50  euro o più in caso di prestazioni diagnostiche o ulteriori prestazioni collegate. L’Emilia-Romagna, a differenza di altre Regioni italiane, pur avendone la possibilità non ha stabilito altre tariffe o aggiunte rispetto al ticket base di 25 euro. Non è previsto alcun pagamento per chi ha avuto accesso al Pronto Soccorso in codice rosso, arancione e azzurro, indipendentemente dall’esito della visita.

Sia per evitare di incorrere nella sanzione sia nel rispetto degli altri utenti e dei professionisti sanitari, la Regione sollecita a dare disdetta in tempo utile delle prestazioni programmate. Chi non provvede è tenuto a pagare il ticket corrispondente previsto.

“Il Covid- spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi- ha segnato una battuta d’arresto importante nel recupero della riscossione dei ticket. E’ un tema di cui siamo consapevoli e per questo abbiamo dato mandato alle Ausl di procedere coinvolgendo in primo luogo i cittadini: non si tratta, infatti, di una mera operazione di riscossione crediti, così come non tutti coloro che non hanno pagato lo hanno fatto in malafede". "Un piano di recupero dei crediti che viene portato non contro gli assistiti, ma insieme a loro, per i quali abbiamo previsto la massima disponibilità e collaborazione. Nel segno dell’equità- conclude Fabi-, perché il contributo di ciascuno è un elemento di tenuta del nostro servizio sanitario. E’ un dovere comune per garantire il diritto universale alla salute e alla cura, valore fondante dell’Emilia-Romagna”.

Ma ci sono anche le polemiche di Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia, vicepresidente dell'Assemblea legislativa: Fratelli d'Italia non arriva oggi a questa conclusione.

"Già nella XI Legislatura avevamo presentato atti ispettivi denunciando le inefficienze nella riscossione dei ticket e nei sistemi di tracciamento degli insoluti. Nella XII Legislatura, sotto la nuova Giunta de Pascale, abbiamo rinnovato quelle richieste, segnalando la mancanza di uniformità nei regolamenti adottati dalle Ausl, la scarsa informatizzazione dei flussi e la totale assenza di un monitoraggio trasparente da parte della Regione. Purtroppo, oggi i dati ci danno ragione.

Le aziende sanitarie – come ricorda la stessa delibera regionale – hanno la responsabilità del recupero dei crediti. Ma è la Regione ad aver scelto di sospendere i solleciti durante il Covid senza predisporre alcun meccanismo di salvaguardia, né di ripresa graduale, lasciando accumulare debiti su debiti. Ora ci troviamo con 245.799 pazienti raggiunti da inviti al pagamento, più del doppio rispetto al 2020, e con la prospettiva di chiudere la partita – forse – entro il 2026. Una programmazione a dir poco rilassata.

In più occasioni ho sollecitato la Giunta – con interrogazioni scritte e orali – a chiarire come intendesse gestire i ticket per i Pronto Soccorso non urgenti, che rappresentano una quota significativa di crediti oggi inesigibili perché legati a cittadini irreperibili. La risposta è stata sempre fumosa, quando non evasiva. Oggi leggiamo che verranno usati “totem automatici” e campagne di sensibilizzazione. Soluzioni da ufficio marketing, più che da assessorato alla Sanità.

L’assessore Fabi ci rassicura che non si tratta di una ‘operazione contro gli assistiti’. Bene, ne prendiamo atto. Ma, con la stessa ironia che l’estate ci concede, vorrei ricordare che i cittadini non chiedono di essere rincorsi dalle raccomandate: chiedono servizi efficienti, liste d’attesa più brevi e una gestione trasparente. Recuperare i crediti è giusto, ma ancora più giusto sarebbe non disperderli in prima battuta, con sistemi di prenotazione che evitino gli accessi impropri al Pronto Soccorso e con controlli puntuali già in fase di erogazione della prestazione.

Da parte nostra, continueremo a chiedere:

• un report dettagliato, per Ausl e per tipologia di prestazione, sugli insoluti accumulati;

• la verifica delle misure adottate per ridurre il fenomeno all’origine, non solo per inseguirlo a posteriori;

• un confronto trasparente con le associazioni dei pazienti, per evitare che il recupero dei crediti diventi un’ulteriore complicazione per chi già si trova in difficoltà economica.

Fratelli d’Italia, a livello nazionale, ha dimostrato di voler rafforzare la sanità pubblica senza scaricare sulle famiglie inefficienze e ritardi. Il Governo Meloni ha stanziato risorse aggiuntive per il Fondo sanitario e per l’innovazione tecnologica, proprio per garantire sostenibilità e servizi più vicini ai cittadini.

Ora tocca alla Regione Emilia-Romagna smettere di inseguire con le lettere raccomandate e cominciare ad affrontare i problemi strutturali della sanità. Perché il dovere di equità non si realizza a colpi di solleciti, ma con una gestione seria ed efficace delle risorse pubbliche.”

Altre notizie