Superbonus. Frisoni: Lo scorso anno 1300 domande, ma benefici circoscritti


Nel 2022 a Rimini sono state oltre 1300 le domande per le agevolazione del Superbonus edilizio, molte delle quali anche per abbattere e ricostruire. Il dato è stato fornito dall’assessore alla pianificazione del territorio Roberta Frisoni nel corso del consiglio comunale tematico che si è tenuto, ieri, 14 marzo, con la presenza anche dei rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali. L’argomento era stato presentato dal consigliere Andrea Bellucci, approvato con 18 voti favorevoli e 8 contrari.
“Nonostante la grande quantità di denaro pubblico investito, pari a 4 manovre finanziare, il numero degli interventi realizzati è stato abbastanza circoscritto – ha commentato l’assessora -. Serve un quadro normativo stabile e in questo buone notizie potrebbero arrivare dall’Europa, in particolare dalla direttiva sul miglioramento della prestazione energetica degli edifici, che in Italia secondo una prima stima dovrebbe portare ad intervenire su circa 1,8 milioni di immobili“.
Alcuni stralci dell’intervento in consiglio comunale della Frisoni
“Il ruolo degli enti locali -ha specificato la Frisoni – è marginale trattandosi di misure frutto di politiche nazionali, ma non possiamo nascondere che gli incagli e gli intoppi a cui abbiamo assistito quale conseguenza delle distorsioni del Superbonus hanno un’inevitabile ricaduta sui territori: imprese che non riescono più ad avanzare coi cantieri, famiglie che non riescono a dare seguito agli impegni presi, problematicità che siamo tutti chiamati a gestire”.
“Il Bonus 110 nasceva nel pieno periodo pandemico, un’applicazione della politica keynesiana per dare una scossa all’economia e al comparto in un momento di stallo. Qualche risultato per quanto riguarda il nostro territorio c’è stato: grazie al combinato disposto tra bonus nazionali e gli incentivi introdotti nel nostro Rue si è registrata una importante mole di interventi di riqualificazione dell’esistente a carico dei privati. Solo nel 2022 sono state oltre 1.300 le domande per le agevolazioni e in particolare la ripresa dei cosiddetti interventi di ‘sostituzione edilizia’, cioè di demolizione dei immobili datati per poi essere ricostruiti“.
“Col passare dei mesi dalla sua introduzione nel 2020 sono emersi tutti i limiti di questa misura. Basti pensare che sono stati trasferiti o scontati in fattura quasi 111 miliardi di euro di bonus tra il 2020 e 1° marzo scorso. Equivalente, più o meno, a 4-5 manovre finanziarie. E va anche sottolineato come pur a fronte della grossa mole di risorse messa in gioco, questa si sia tradotta in un numero di interventi abbastanza circoscritta. Dati riportati dal sole 24 ore sottolineano come a fronte di quasi otto milioni gli edifici residenziali in classe energetica G e F, con le politiche del Superbonus si siano contate 385 mila riqualificazioni asseverate tra condomini, villette e unità indipendenti. Per non parlare delle irregolarità e degli illeciti, che necessitano una forte attività di controllo”.
“Se quindi le finalità della misura erano condivisibili, è stato un errore non apportare i necessari correttivi per ridurne il peso a carico dei conti pubblici e limitare gli effetti distorsivi che ha generato nel mercato. Serve una riflessione portare avanti misure serie, ma le regole di ingaggio devono essere certe e non continuamente mutevoli, come invece è stato finora. Serve dunque un quadro normativo stabile, anche alla luce della direzione chiara che sta tracciando l’Europa. Il Parlamento europeo ha appena approvato il primo testo della direttiva sul miglioramento della prestazione energetica degli edifici, che in Italia secondo una prima stima dovrebbe portare ad intervenire su circa 1,8 milioni di immobili, su cui intervenire per portare innalzare la classe energetica: l’iter è appena iniziato, viene delineato un timing stringente e sicuramente da approfondire in sede di commissione e di consiglio europeo, ma è evidente che la traiettoria è quella di aggredire il settore che, insieme ai trasporti, è quello maggiormente energivoro e su cui è indispensabile intervenire se si vuole perseguire una reale transizione ecologica delle nostre città”.