Stop alla crescita dell’industria, crisi per il turismo: per la CGIL é allarme


Va bene il manifatturiero, in particolare la produzione di macchine per il legno e la moda, ma anche barche di lusso e infissi. Tira anche l’edilizia, dove ancora però molti appalti finiscono a ditte di fuori.
L’esportazione, raddoppiata nel periodo in esame, resta un traino per la nostra economia, anche se Rimini rimane ultima in Regione. Ma sono poche le imprese protagoniste: in 42 coprono l’84% del volume. E poche sono le imprese, quasi solo quelle di grandi dimensioni, che riescono a realizzare investimenti consistenti per migliorare qualità e prodotto.
In crisi sembrano soprattutto le piccole e medie imprese, che hanno più difficoltà a innovare. Il commercio segna il passo, ma è soprattutto il turismo a preoccupare: nel 2001 la redditività è stata negativa, per la prima volta dopo l’anno delle mucillagini. E’ assurdo continuare con i bilanci fatti solo di arrivi e presenze – lamenta la CGIL – bisogna ragionare in termini di redditi e ricchezza prodotta, e a Rimini manca un osservatorio in questo senso.
La CGIL torna a denunciare un turismo privo di innovazione: si è tirata troppo la corda su un modello a basso tiro, sfruttando le risorse umane senza privilegiare la qualità. Lavoro nero ed evasione non hanno pagato, afferma la CGIL che annuncia per il 30 maggio un convegno sul tema “Turismo, quale sviluppo?”. Occorre darsi da fare, anche perché i primi dati del 2002 sono negativi.
Il turismo, sottolinea il sindacato, non va più considerato come l’unico motore economico riminese: l’identità dell’economia riminese cambia, l’industria negli ultimi anni ha viaggiato con una marcia in più.
Dal Governo, che annuncia tagli, i segnali sono però negativi. A peggiorare il quadro sono i primi dati del 2002, che segnano un arresto della crescita dell’industria.
In crisi anche la capacità occupazionale: l’industria negli ultimi anni ha creato lavoro, ma ora c’è uno stop. Cresce la flessibilità, con un’impennata del lavoro atipico. I salari ristagnano, e ne risente il consumo. Per il mercato del lavoro, un quadro pieno di ombre e soprattutto la capacità di assorbire solo una minima parte del mercato riminese.
Il commento di Walter Martinese, responabile dell’Ufficio Statistica della CGIl di Rimini.