Stabili le imprese artigiane in provincia ma calano manifatturiero e commercio


Nel primo semestre dell’anno, in provincia di Rimini, le imprese artigiane attive sono stabili e il saldo tra iscritte e cancellate è positivo. In stallo i settori costruzioni e attività di alloggio e ristorazione mentre crescono i servizi alla persona, i servizi alle imprese e le attività professionali, scientifiche e tecniche e nei servizi di ICT. In flessione manifatturiero e commercio.
Nel dettaglio, in base ai dati Infocamere-Movimprese elaborati dalla Camera di commercio della Romagna, le imprese artigiane hanno visto nel primo semestre 460 iscrizioni al Registro imprese e 427 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), con un saldo positivo di 33 unità.
Al 30 giugno, sono 9.618 le imprese artigiane attive, -0,2% rispetto al 2024 (-1,6% il trend regionale e -1,2% quello nazionale). Il 27,8% delle imprese attive totali è artigiana. Le ditte individuali sono la maggioranza assoluta (73,4%) mentre le società di capitale costituiscono il 9,7% (in aumento del 5,2%) e quelle di persone il 16,7% (- 4,2%).
Con riferimento alle aggregazioni territoriali, in generale, nelle aree collinari (dove si localizza il 21,8% delle imprese artigiane) l’intensità dell’artigianato è superiore alla media provinciale e la dinamica imprenditoriale è in flessione (-1,2%), mentre appare minore in pianura e nei Comuni della riviera, dove tuttavia si concentra più dei due terzi delle attività artigiane e dove la dinamica imprenditoriale è stabile. Tra i Comuni della costa, quello di Rimini vede il 39,1% del totale delle attività artigiane, in aumento dello 0,6%. L’intensità artigiana (numero imprese artigiane sul totale delle attive) è superiore alla media provinciale nelle Vallate (Valconca e Valmarecchia), in cui ha sede circa un quinto del totale dell’artigianato, con una riduzione delle attività pari all’1%.
Riguardo ai principali settori economici si trovano, nell’ordine, Costruzioni (41,7% incidenza sul totale delle imprese attive) stabile rispetto al 2024, il Manifatturiero (incidenza del 17,6%, -2,8%), le “Altre attività di servizio” (13,1% del totale, +1,2%) - che comprendono i servizi alla persona come acconciatori e centri estetici - e, in lieve diminuzione, “Trasporto e magazzinaggio” (incidenza del 6,4%, variazione del -0,3%). Variazioni negative per Commercio (incidenza 5,0%, -1,8% la dinamica), sostanzialmente stabili le Attività di alloggio e ristorazione (incidenza pari al 5,7%), mentre crescono le attività artigiane nei servizi alle imprese (“Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”, incidenza del 3,9% sul totale, +5,6% la dinamica), nelle “Attività professionali, scientifiche e tecniche” (incidenza del 2,5%, +2,6% la variazione) e nei servizi di ICT (1,6%, +4,1%).
I settori che si confermano a più elevata intensità artigiana sono le Costruzioni, il Manifatturiero, le Altre attività di servizio (comprendenti attività di acconciatore e centri estetici) e i Trasporti.
Una fotografia di sostanziale stabilità che non tranquillizza però Confartigianato Imprese Rimini che manifesta "forte preoccupazione sull’andamento dell’economia nel nostro territorio, stritolata da una inflazione record e alle prese con un brusco rallentamento dell’economia turistica". "Gli effetti - spiega l'associazione - non sono ancora sulla numerosità delle imprese, spesso piccole o piccolissime, capaci di far fronte alle difficoltà e dotate di una resilienza già messa alla prova durante e dopo il Covid. Finché dura".
Secondo Confartigianato è fondamentale "recuperare terreno sulla capacità di reagire, perché stiamo subendo anche attacchi strumentali che minano la sintonia coi nostri mercati di riferimento. Dobbiamo però saldare meglio le riflessioni sui progetti di cambiamento, le cui leve sono nelle stanze dei vari livelli amministrativi, ma le ispirazioni non possono che arrivare da chi quotidianamente sul campo incontra il mercato e ne ascolta l’evoluzione".
"Siamo molto preoccupati - prosegue la nota -, leggiamo fughe in avanti anche di associazioni che formulano soluzioni estemporanee e prive di ogni solida base di strumenti urbanistici. Sta scadendo il tempo delle riflessioni, avanza quello delle decisioni anche complicate e poco funzionali al consenso. Noi ci siamo."