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lettera in redazione

"Sorvegliati speciali" nella festa Liturgica della Madonna della Misericordia

In foto: la processione di sabato
la processione di sabato
di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Lun 12 Mag 2025 10:45 ~ ultimo agg. 11:08
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In diretta su Icaro TV sabato si è vissuto la celebrazione per la Festa della Madonna della Misericordia, in occasione del 175esimo anniversario del prodigio del movimento degli occhi del quadro custodito nella chiesa di Santa Chiara a Rimini. Oggi, 12 maggio, si celebra la memoria liturgica ed è arrivata in redazione una lettera di una signora riminese, che si sente, insieme al marito una "sorvegliata speciale" da Maria. Condivide con noi una storia molto speciale.

Era il 3 maggio 2021. Mio marito era ricoverato già da 18 giorni nel Reparto Covid all’ospedale di Rimini e la situazione clinica tra alti e bassi sembrava essere arrivata veramente a un punto critico. Si parlava di passarlo dalla semintensiva alla terapia intensiva. Terrorizzata, dopo averlo affidato alla futura beata Sandra Sabbatini di cui si festeggiava la memoria in quel giorno, accompagnata dalla preghiera quotidiana del rosario fatta con alcuni amici, parlo al telefono con la primaria (di cui conoscevo solo il nome) che senza allargarsi troppo in previsioni cerca di rassicurarmi e conclude dicendo: “Noi facciamo tutto per tenerlo qui! È un sorvegliato speciale!

Questa espressione così poco tecnica, usata da una persona che non avevo mai visto neppure in faccia, che non sa nulla di me, al momento mi lasciò stupita, anche se percepivo che in quelle parole c’era il desiderio di comunicarmi una attenzione particolare alla nostra situazione. Così nei giorni successivi quel “sorvegliato speciale” continuò a risuonarmi dentro, come quando ottenemmo di far entrare per pochi minuti in reparto in visita a mio marito l’amico sacerdote che ci aveva sposato. Da quel giorno mio marito cominciò miracolosamente e gradualmente a dar segni di miglioramento, tanto che il pomeriggio dell’11 maggio gli venne comunicato che lo avrebbero dimesso il giorno successivo per trasferirlo in una casa di cura vicina per la riabilitazione. Eccitata per la buona notizia inaspettata, vado a cercare una chiesa vicina dove poter ringraziare alla mensa eucaristica, ma l’ora è tarda e riesco solo a trovare una funzione in una chiesa parrocchiale intitolata a Maria Mater Misericordiae. Per carenza di sacerdoti in alcuni giorni della settimana al posto della celebrazione eucaristica un diacono celebra la liturgia della Parola e distribuisce l’Eucarestia. Entro in chiesa e mi siedo ascoltando la breve omelia che il diacono rivolge ai fedeli. Essendo i vespri dell’11 maggio, vigilia del miracolo che per mesi, nel 1850, mostrò ai riminesi gli occhi del dipinto della Madonna della Misericordia, conservato nella chiesa delle Clarisse, muoversi e rivolgersi verso la terra e verso il cielo, il diacono accenna al miracolo per cui la Vergine venne proclamata patrona della città. E ad un certo punto conclude così : “Perché è così importante questo miracolo per noi? Perché il muoversi degli occhi di Maria ci ricorda che tutti noi per il Cielo siamo sorvegliati speciali”.

L’insolita espressione si accende nelle mie orecchie e nel mio cuore, la stessa che aveva usato con me riferita a mio marito una sconosciuta dottoressa, ripetuta ora da un altrettanto sconosciuto diacono nel giorno della memoria del miracolo. E improvvisamente tutto è chiaro: Lei, Maria, la madre di Misericordia, ci ha messo la firma. Non siamo soli, ad ogni passo siamo sorvegliati speciali, oggetto di una attenzione personale e amorosa al nostro destino di uomini. Tutto e tutti non sono che il tramite di questa attenzione materna alla nostra vita: la malattia, i medici, gli infermieri, gli amici che pregano, quelli che ti vengono a visitare, quelli che ti aiutano nelle cose materiali, il diacono che predica…

Per questo ogni anno, il 12 maggio, torno in via Santa Chiara, e davanti all’immagine della Madonna della Misericordia, dipinta dal Soleri, continuo a ripeterle: “Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi” certa di essere già stata esaudita, certa di una compagnia che non ci molla.

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