Indietro
menu
Nazionale Newsrimini Politica

Rom, il Parlamento Europeo contro le impronte digitali

di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Gio 10 Lug 2008 13:28 ~ ultimo agg. 12 Mag 13:33
Tempo di lettura 4 min

Il Parlamento europeo esorta le autorità italiane a astenersi dal raccogliere le impronte digitali dei rom. Ritiene in particolare inammissibile la violazione dei diritti fondamentali dei bambini e la loro criminalizzazione. Chiede quindi alla Commissione di verificare la compatibilità delle misure italiane con il diritto UE e invita tutti gli Stati membri a abrogare le leggi che discriminano i rom. Sollecita anche il rafforzamento delle politiche UE di integrazione e il pieno ricorso ai fondi europei. E’ quanto emerge dalla riunione plenaria del Parlamento Europeo, dove si discuteva la risoluzione presentata da Pse e altri gruppi, adottata con 336 voti favorevoli, 220 contrari e 77 astensioni.

I deputati europei hanno ritenuto ritengono “inammissibile” che, con l’obiettivo di proteggere i bambini, questi ultimi “vedano i propri diritti fondamentali violati e vengano criminalizzati”. Sostengono, invece, che “il miglior modo per proteggere i diritti dei bambini rom sia di garantire loro parità di accesso a un’istruzione, ad alloggi e a un’assistenza sanitaria di qualità, nel quadro di politiche di inclusione e di integrazione, e di proteggerli dallo sfruttamento”. Condividono inoltre la posizione della Commissione, secondo cui questi atti costituirebbero una violazione del divieto di discriminazione diretta e indiretta, prevista dalla direttiva UE n. 2000/43/CE che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica, sancito dal trattato. Osservano peraltro che i rom sono “uno dei principali bersagli del razzismo e della discriminazione”e dimostrato “dai recenti casi di attacchi e aggressioni ai danni di rom in Italia e Ungheria”.
Il Parlamento invita inoltre la Commissione “a valutare approfonditamente le misure legislative ed esecutive adottate dal governo italiano per verificarne la compatibilità con i trattati dell’UE e il diritto dell’UE”. Esprime poi preoccupazione per il fatto che, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, i Prefetti, cui è stata delegata l’autorità dell’esecuzione di tutte le misure, inclusa la raccolta di impronte digitali, “possano adottare misure straordinarie in deroga alle leggi”, sulla base di una legge riguardante la protezione civile in caso di “calamità naturali, catastrofi o altri eventi”, “che non è adeguata o proporzionata a questo caso specifico”. I deputati si dicono anche preoccupati riguardo all’affermazione – contenuta nei decreti amministrativi e nelle ordinanze del governo italiano – secondo cui la presenza di campi rom attorno alle grandi città costituisce di per sé una grave emergenza sociale, con ripercussioni sull’ordine pubblico e la sicurezza, che giustificano la dichiarazione di uno “stato d’emergenza” per 12 mesi.

Più in generale, il Parlamento chiede a tutti gli Stati membri di rivedere e abrogare le leggi e le politiche che discriminano i rom sulla base della razza e dell’origine etnica, direttamente o indirettamente, e sollecita Consiglio e Commissione a monitorare l’applicazione dei trattati dell’UE e delle direttive dell’UE sulle misure contro la discriminazione e sulla libertà di circolazione, al fine di “assicurarne la piena e coerente attuazione”. Ribadisce, infatti, che “le politiche che aumentano l’esclusione non saranno mai efficaci nella lotta alla criminalità e non contribuiranno alla prevenzione della criminalità e alla sicurezza”. Invita poi gli Stati membri a intervenire a tutela dei minori non accompagnati soggetti a sfruttamento, “di qualsiasi nazionalità essi siano”. Inoltre, sostengono che, laddove l’identificazione di tali minori sia necessaria, gli Stati membri dovrebbero effettuarla, caso per caso, attraverso procedure ordinarie e non discriminatorie e “nel pieno rispetto di ogni garanzia e tutela giuridica”.
Il Parlamento, condanna “totalmente e inequivocabilmente” tutte le forme di razzismo e discriminazione cui sono confrontati i rom e altri considerati “zingari” e invita il Consiglio e la Commissione a rafforzare ulteriormente le politiche dell’UE riguardanti i rom, lanciando una strategia dell’UE per i rom volta “a sostenere e promuovere azioni e progetti da parte degli Stati membri e delle ONG connessi all’integrazione e all’inclusione dei rom, in particolare dei bambini”. Invita inoltre la Commissione e gli Stati membri «a varare normative e politiche di sostegno alle comunità rom, promuovendone al contempo l’integrazione in tutti gli ambiti, e ad avviare programmi contro il razzismo e la discriminazione nelle scuole, nel mondo del lavoro e nei mezzi di comunicazione e a rafforzare lo scambio di competenze e di migliori pratiche”.

Altre notizie